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Il senso dello Stato.

Il senso dello Stato.

Utilizzare una grammatica istituzionale non è semplice. Si apprende con l’esperienza e con l’attenzione che si da a certe cose, anche piccole. Così, quando si rappresenta lo Stato i comportamenti devono essere cristallini, esemplari, pacati e riflessivi. Si deve infondere sicurezza,  serietà, normalità. Si deve avere il senso dello Stato. Quello di Aldo Moro che anche al mare andava giacca e cravatta è probabilmente un esempio altissimo e sicuramente eccessivo ma la dice lunga sulla strada da percorrere quando si rappresentano le istituzioni. Smetti di essere quello che eri nel privato perché ti vesti di un nuovo habitus: quello pubblico. Non sono sottigliezze, non sono pinzillacchere come qualcuno vuole far notare. Il senso dello Stato è non gridare quando ci si trova al cospetto di altre persone, è saper attendere il proprio turno per parlare, è non deridere gli avversari, è pagare il conto nei ristoranti prima degli altri, è mantenere sempre, in ogni occasione, un atteggiamento sobrio, è non scrivere maldicenze o note colorate, è non insultare nessuno, soprattutto i propri avversari. Il senso dello Stato è non abusare del potere che lo Stato ti concede per raggiungere gli obiettivi di un popolo e non per coltivare i propri personalismi. Il senso dello Stato suggerisce di condividere anche i ritardi di un treno con gli altri passeggeri e provare a dire a tutti quanti che può succedere. Si trattava di un guasto e non era necessario fare i cafoni chiedendo una fermata supplementare. Capisco il nervosismo perché i treni non arrivano in orario però, suvvia, il senso dello Stato si impara subito e facilmente. Basta unire i puntini del buon senso. Basta davvero poco. E più di qualcuno che ci governa non ha il senso dello Stato.
Quello con la esse maiuscola. 

13:11 , 23 Novembre 2023 Commenti disabilitati su Il senso dello Stato.