La storia dei voli interni in Sardegna sta alimentando molte discussioni, spesso con un tono ironico. Molti calcolano il tempo necessario per giungere in aeroporto, parcheggiare, affrontare le file per il check-in, volare, arrivare a destinazione e trovare un mezzo per raggiungere la città. A conti fatti conviene l’auto, anche perché, davanti a un prezzo che supera i settanta euro (parcheggio compreso), l’opzione aerea risulta comunque sconveniente: se tutto va bene, si guadagnano cinque, dieci minuti.
Si sarebbe potuto puntare sulle rotaie, ma il PNRR non ha contemplato, ahinoi, la Sardegna. Non parlo dell’alta velocità: non è stata prevista neppure l’elettrificazione della linea ferroviaria. Pensare di arrivare in sole due ore da Sassari a Cagliari in treno è fantascienza, così come lo è in aereo, considerando che un sassarese deve comunque raggiungere Fertilia, parcheggiare e recarsi alle partenze.
I voli interni non sono la soluzione e la mia non è una polemica, ma un’amara constatazione: non siamo gli Stati Uniti e le nostre distanze si potrebbero accorciare con una rete stradale e ferroviaria degna di questo nome. Qualche mese fa ho scritto un post sul fenomeno FlixBus, che opera in tutta Europa e permette di raggiungere Roma, Parigi o Praga in autobus. In Sardegna, la compagnia dai pullman verdi non opera. Perché non conviene.
Soluzioni? Iniziamo da quella più semplice: pretendere dall’ANAS un piano rapido e duraturo per la viabilità della tristemente famosa Carlo Felice, così da collegare le due città metropolitane in poco più di due ore. Convincere una compagnia come FlixBus a operare anche in Sardegna, garantendo il diritto alla continuità territoriale interna, una necessità ampiamente ignorata da tutti ma utilizzata da oltre il novanta per cento dei sardi, molto più degli aerei. Lavorare per ottenere almeno l’elettrificazione della linea ferroviaria e sperare in treni veloci che uniscano Cagliari e Sassari in due ore.
Difficile? I fondi ci sarebbero, ma sembrano destinati quasi interamente alla costruzione del faraonico ponte tra Reggio e Messina. Tanto, a noi in Sardegna, non ci attacca nessuno e non abbiamo bisogno di punti di evacuazione.
