Menu
Un fiore per le donne in carcere (ma non in Sardegna)

Un fiore per le donne in carcere (ma non in Sardegna)

In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, alcune delegazioni del partito radicale visiteranno diversi istituti penitenziari italiani  dove sono presenti le sezioni femminili. L’iniziativa, denominata “un fiore per le donne”,  dimentica totalmente la Sardegna. Nelle sezioni femminili di Sassari e Cagliari non ci sarà nessuna visita. Non per scelta delle delegazioni. Probabilmente per questioni logistiche o per mancanza di rappresentanza radicale in terra sarda. Sinceramente sono molto dispiaciuto,  anche perché era una buona occasione per effettuare  un momento di riflessione nelle sezioni femminili sulla condizione delle donne detenute e sui bambini in carcere problema che, di fatto, non è stato mai estirpato. Ci sarà sicuramente un’altra occasione per discutere di questo e della carta penitenziaria europea rilanciata dal segretario del Partito Radicale Maurizio Turco. L’iniziativa radicale  si chiama “un fiore per le donne” .

In Sardegna sono presenti 44 donne (28 a Cagliari e 16 a Sassari) su un totale di 2.611 recluse in tutta Italia. Rappresentano, è vero, 1,6% dell’intera popolazione detenuta,  ma questo non significa che non vi siano problemi anche per loro all’interno delle due sezioni. Sono detenute comuni le cui strade si sono interrotte per la commissione di un reato e che possono, benissimo, provare a ripartire con percorsi alternativi al carcere. La loro condizione non è migliore di quella dei detenuti maschi (in Italia sono 60.294 al 29 febbraio, per una capienza tollerabile di 51.187 posti) e seppure all’interno delle due sezioni  femminili  di Cagliari e Sassari non vi sia un problema di sovraffollamento le donne vivono una condizione di assoluta solitudine,  anche perché le attenzioni sono quasi sempre rivolte  alla più corposa  popolazione maschile. Una solitudine dovuta anche alla lontananza degli istituti dalla città, una scelta scellerata e contraria all’ordinamento penitenziario che vede nella partecipazione della comunità esterna alle attività intramurarie una delle chiavi per il riscatto sociale di chi vive in carcere.

Per le 44 detenute sarde la manifestazione “un fiore per le donne”, prevista in molte sezioni femminili dei penitenziari italiani, non ci sarà. Era una buona occasione per mettere al centro un problema che riguardava le donne detenute e il loro futuro.  Ci sarà, ne sono certo,  un’altra occasione per dimostrare che le carceri sarde, tutte le carceri della Sardegna, sono dei quartieri della nostra città. Se lo ricordino i sindaci e se lo appunti  la nuova compagine governativa regionale.

18:25 , 6 Marzo 2024 Commenti disabilitati su Un fiore per le donne in carcere (ma non in Sardegna)