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Sognare

Sognare

Io, da piccolo, volevo fare l’ingegnere e costruire ponti di metallo. Poi sono passato alla fase più creativa e ho scelto l’architetto. Ovviamente ho fatto altro, ma ho capito che sognare, da piccoli, è importante — e, quando si diventa grandi, è bello poter sorridere dei propri sogni.
Trump è uno che, da piccolo, voleva essere Dio. Diciamo che ha cominciato con un programma impegnativo, ed era difficile: avendo scelto di essere Dio, alzare l’asticella era quasi impossibile. Ha fatto altro nella vita, riuscendo a soddisfare molto del suo sogno, ma senza realizzarlo del tutto.
Da grande, allora, convinto di essere ancora in una fase in cui era lecito sognare, ha deciso di essere quello che, in due giorni, portava la pace nei Paesi martoriati dalla guerra, tentando così di reincarnarsi in Gesù Cristo — che prometteva di ricostruire il tempio in tre giorni. Anche qui, però, le cose non sono andate bene, e così ha dichiarato che la pace tra Ucraina e Russia sarà quasi impossibile, in quanto i due (Putin e Zelensky) si odiano moltissimo.
Ci vorrebbe un miracolo, che tecnicamente sarebbe alla portata di Dio e di Gesù Cristo, ma — a quanto pare — non a quella di Trump. Come se ne esce? Cercando la santità, passando per il soglio pontificio. Trump intende diventare papa, poi beato, e infine santo — e, da lassù, lavorare per la pace nel mondo.
Io, da piccolo, volevo fare l’ingegnere. Per fortuna il mondo ha evitato i miei ponti traballanti e i miei palazzi storti. Trump, invece, si costruisce da solo: ora si immagina vestito da papa, e pubblica la foto sul sito ufficiale della Casa Bianca.
Una volta mi sarebbe sembrata una trovata distopica. Ora mi sembra solo un filo dispotica. Ma sono sfumature. E i bambini, si sa, coi sogni non ci vanno troppo per il sottile.