Menu
Sardo. Per caso.

Sardo. Per caso.

Sono sardo. Lo sono perché i miei genitori lo erano e lo sono perché – sempre i miei genitori – si trovavano in Sardegna quando sono nato. Diciamo che avevo buone probabilità di nascere a Sanremo perché mio padre, per lavoro, si doveva trasferire da quelle parti e poi, per una serie di motivi non dipendenti dalla sua volontà (figuriamoci dalla mia) non l’ha fatto. Quella serie di motivi che l’hanno portato, per esempio, a farmi nascere a Oristano, luogo dove non abbiamo nessuna radice essendo la mia famiglia di origine logudorese e gallurese. Sono sardo e lo sarei rimasto – almeno credo – anche se fossi nato a Sanremo. Appartengo ad una famiglia multi creativa. Nel senso che si è sparsa in mezzo all’Europa e, infatti, ho dei cugini sardo-napoletani, sardo-romani, sardo-belgi, sardo-olandesi e in Sardegna, in ogni caso, ho cugini sassaresi, oristanesi, algheresi che, a loro volta, sposandosi, hanno miscelato nuove razze e nuove opportunità. Sono sardo per tutta una serie di scelte e di vicissitudini, alcune scaturite da una precisa volontà ed alcune fortuite che, in ogni caso, non sono dipese da me. Nel senso che nessuno si sceglie il luogo in cui nascere e, nella maggior parte delle volte, neppure quello in cui morire. Nascere in un determinato luogo è, dunque, un’eventualità. I miei parenti, infatti, pur essendo per metà sardi, non conoscono la nostra lingua e fanno fatica a percepire tutte le tradizioni. Chi è nato in Belgio, per esempio, oltre a parlare perfettamente il francese, acquisisce quel modo di vivere e di comportarsi che con la Sardegna non ha niente a che fare. Ma non vi è stata nessuna metamorfosi. Pur essendo per metà sardi essi non hanno nessuna caratteristica isolana. Quindi io mi trovo con dei parenti che non parlano e non capiscono il sardo, non mangiano solitamente il porcetto e non bevono il mirto, non sono diffidenti, non hanno l’accento gutturale, non sono silenziosi, orgogliosi, fieri. Se poi, qualcuno di essi ha queste caratteristiche siamo portati a credere sia perché essi sono sardi nel profondo dell’anima. Ma, anche in Sardegna, con i miei cugini ho qualche piccolo problema. Chi vive a Cagliari è diverso da quello di Sassari o di Bonorva, di Siligo, di Dorgali. Ed è, completamente diverso da quello di Alghero, luogo dove sono cresciuto – sempre per una serie di concomitanze fortuite – per la maggior parte della mia vita. E dove sono nati i miei figli. Sardi, algheresi. Differenti da altri cugini e parenti lontani. Ho visto, qualche giorno fa, un filmato che gira su youtube. E’ di un ragazzo di colore, probabilmente nigeriano, che canta perfettamente “nanneddu meu”. Ha una bella voce e un accento sardo perfetto. E’ nato in Sardegna. Quindi, per quanto mi riguarda è, anch’esso, figlio di questa terra. Ma non è sardo. Meglio per i puristi, quel ragazzo di colore è un extracomunitario, un estraneo. Eppure ha gli stessi occhi dei miei parenti lontani e dei miei nipoti vicini che, nel mentre, hanno continuato a miscelarsi e il nipotino del mio vecchio zio emigrato negli anni cinquanta oggi è figlio di un croato e di una olandese e aveva come nonni un sardo e una tedesca.
Questa piccola digressione per poter calmare gli animi sul concetto di “sardità”, argomento sempre peloso e astioso da queste parti e per poter dire, infine, che se non tutti i sardi sono sardi anche tra quelli nati in Sardegna, (Arturo Parisi, per esempio, ha un accento tipico sardo ma è di origini bolognesi e in Sardegna c’è solo nato e vissuto) nessuno – tra i sardi – è uguale ad un altro. Esiste, è vero, il concetto di identità ma esiste – e ne terrei conto – anche la differenziazione che fa, di un uomo, un essere terribilmente unico. Stamattina ho letto che il Governatore della regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha rinominato il nuovo piano paesaggistico regionale (PPR) come piano paesaggistico dei sardi cercando, probabilmente, di dargli un’identità. Che non poteva avere. Perché molti sardi non erano d’accordo con il primo piano (voluto dal centro sinistra) e molti non saranno d’accordo con questo (voluto fortemente dal centro destra). Io, personalmente non lo sono. Ed essendo sardo, non posso accettare che qualcosa con il nome Sardegna debba unire tutti i sardi sotto l’unica bandiera. Diciamocela tutta: io, molti sardi non li sopporto. Continuo però a restare profondamente ed orgogliosamente sardo. Ma tutto questo non basta. Non può bastare. I miei cugini e parenti successivi sono sardi comunque. Almeno per me. Ma non c’entrano niente con questo maquillage folcloristico di ricercare, con la parola Sardegna, un’unione che, davvero non esiste. Siamo uomini e, per caso, anche sardi. Almeno credo.

12:46 , 26 Ottobre 2013 Commenti disabilitati su Sardo. Per caso.