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Questo piccolo grande Claudio (di Giampaolo Cassitta)

Questo piccolo grande Claudio (di Giampaolo Cassitta)

Nel 1973 scrisse la canzone “viva l’Inghilterra”, preludio visionario d’amore per gli extracomunitari.

Nel 1974 con l’album “e tu” divenne il cantautore più popolare in Italia. Eppure, già dal titolo si capiva perfettamente che quel pronome era dedicato a qualcuno che stava al di la del mediterraneo: un extracomunitario.

Fu nel 1975 che si capì che Baglioni amava “quelli lì”, quando venne decisamente allo scoperto con la canzone “Poster” e dove, tra tutti i poster scarabocchiati che c’erano nella stazione di Roma, lui racconta solo quello della Tunisia, dove c’è un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via.

Nel 1977 è la volta dell’album “Solo” dove sdogana anche gli extracomunitari russi e la canzone Gagarin è un esempio di amore per la Russia e  per i comunisti,  dove l’astronauta russo è figlio dell’umanità, le stelle lentiggini di Dio e l’URSS la grande potenza che conquistò lo spazio, sposando l’eternità.

Nel 1978 una richiesta esplicita: lui, Baglioni, gira e rigira il mondo, seduto accanto ad un dolore: è un extracomunitario al quale chiede semplicemente: “E tu come stai?”

Poi, nel 1981, cala definitivamente la maschera. Il titolo del suo album è un preludio ai paesi extracomunitari: ha lo sguardo lontano, verso nuovi orizzonti africani che si raggiungono “Strada facendo”. Ma non basta. Si capisce che in un momento dove le ragazze dell’est erano considerate le extracomunitarie da non avvicinare,  lui gli dedica una canzone addirittura terribilmente a favore. Le ragazze dell’est che camminano in mattini pallidi ancora imburrati di foschia, facce ingenue appena truccate. Baglioni confessa: vorrebbe il suo paese pieno di tunisini, russi, ragazze dell’est che hanno petti rotondi e bianchi, figlie di operai e quindi irrimediabilmente comuniste.

Nel 1985 dedica ben due canzoni agli extracomunitari: “Uomini persi”, anticipando le terribili traversate delle navi nel mediterraneo e “Un treno per dove”, suggerendo agli extracomunitari che oltre le navi c’era anche la possibilità di poter utilizzare la ferrovia.

Poi con l’album “Oltre”  c’è l’apoteosi: il titolo dell’album è dedicato a chi va oltre il mare, oltre le storie, vicino agli extracomunitari. La canzone “Io dal mare” è l’inno dell’extracomunitario che vuole sbarcare nel nostro paese.

Ora, si sapeva tutto del comunista Claudio Baglioni fi n dal lontano 1973. Mi chiedo: perché gli è stato concesso di presentare ancora una volta il festival di Sanremo?

18:55 , 10 Gennaio 2019 Commenti disabilitati su Questo piccolo grande Claudio (di Giampaolo Cassitta)