
Continuano a non placarsi le polemiche sull’arrivo di 92 detenuti sottoposti al regime di cui all’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario, e sembra davvero che tutto possa diventare possibile. Il sindaco di Uta, ad esempio, denuncia l’esclusione totale delle amministrazioni locali da un processo che rischia di avere conseguenze profonde sul tessuto sociale e istituzionale dell’isola. Parole importanti, certo, ma buone soltanto per alimentare una questione che non si svolge — e non si può svolgere — su tavoli dove siedono anche i rappresentanti comunali.
La scelta (giusta o sbagliata — e per me è sbagliata) di utilizzare i carceri di Cagliari-Uta e Sassari-Bancali è stata presa nel 2010 e resa operativa con tanto di progetto nel 2011. I posti disponibili sono 92 a Cagliari e altrettanti a Sassari, e rappresentano, su una popolazione complessiva inserita in quel circuito (circa 700 detenuti), il 26,28%. Una cifra enorme. Ma quella decisione, lo ribadisco, è figlia di una legge voluta fortemente da Forza Italia (meglio, dall’allora Popolo delle Libertà, che univa Forza Italia e Alleanza Nazionale), approvata dal Parlamento e inserita nella legge 354/75.
Che oggi esponenti di quello stesso partito si lamentino per le scelte fatte in passato dimostra quanto il pensiero politico possa essere liquido e contornato da splendida vaghezza.
Credo che sia necessario, a questo punto, coinvolgere il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che ha ovviamente le sue strategie in materia di sicurezza — strategie che non possono certo essere discusse con rappresentanti regionali o comunali. Tuttavia, un passaggio istituzionale legato a un punto preciso della legge potrebbe essere possibile: giocare sul senso delle parole.
La norma afferma che i detenuti sottoposti al regime di 41 bis devono essere collocati preferibilmente in aree insulari. Ecco: si chieda ai deputati di governo di farsi carico del problema e provare a dire, con chiarezza, che preferibilmente non significa obbligatoriamente. Sono loro che hanno voluto questa legge, sono loro che hanno fatto questa scelta, e sono loro a dover fare un’analisi seria sui rischi reali che può rappresentare l’invio massiccio di detenuti di quel tipo. Sono loro, infine, che hanno scelto di costruire carceri in Sardegna per oltre 2.000 detenuti, mentre — da sempre — i residenti sardi presenti negli istituti dell’isola non raggiungono mai le mille unità.
Questo articolo è stato scritto il domenica, Luglio 27th, 2025 at 19:58
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Tags: 41 bis, carcere, detenuti, detenzione, giustizia, sardegna
Posted in: Blog, le ragioni di Caino