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Non sono solo canzonette

Non sono solo canzonette

Così anche zia Mara finisce nel tritarne delle polemica, nella tempesta degli hater, negli sconquassi delle nostra vita quotidiana, in quell’intreccio costruito con odio e risentimento. Ci ha messo ovviamente del suo, ma al netto di tutto la frase sbagliata (almeno per quanto mi riguarda) è quella rivolta a Dargen D’Amico (intendiamoci, non proprio un rivoluzionario) il quale mentre rispondeva ad una domanda di un giornalista  sugli effetti anche positivi che poteva determinare l’accoglimento di emigranti per il nostro paese, è stato bloccato da Mara Venier con questa motivazione: “Va bene, però qui è una festa, ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche. Qui stiamo parlando di musica e quindi chiedo scusa a tutti quanti”.
No Mara, le cose non stanno così. Anche la musica – e volte solo e soprattutto la musica – regala momenti intensi di riflessione.
Non mi dilungo oltre. Suggerisco a Mara Venier una puntata tutta musicale con questa scaletta: “Mary” dei gemelli diversi (peraltro passata a Sanremo come cover) per discutere della violenza all’interno delle famiglie; C’era una ragazzo che come me… (anche questa passata a Sanremo) così, forse, il discorso di Ghali diventa più chiaro e se non si capisce aggiungerei “La guerra di Piero” di Fabrizio De Andrè; del cantautore genovese suggerisco Princesa, per discutere dell’ipocrisia che aleggia sulla prostituzione e sul mondo transessuale e “nella mia ora di libertà” per mantenere accesa la luce sulla condizione in cui versano le carceri in Europa e in Italia. Inviterei De Gregori a cantare “il panorama di Betlemme” per comprendere la nefandezza dell’odio e l’inutilità della guerra (gli farei cantare, visto che c’è, anche Generale). Il problema della droga non è stato superato cara Mara, invita Antonello Venditti che ci canta Lilly” ed Eugenio Finardi con la sua bellissima, intensa e disperata “scimmia”. Poi, se vogliamo parlare di Napoli, perché non invitare Bennato, in versione Joe Sarnataro con la sua “nisciuno” dove il pessimismo cosmico dei problemi di un paese sono ben chiari e nitidi. Insomma, anche qui stiamo parlando di musica e stiamo evidenziando i problemi del nostro paese o, come si usa di questi tempi,  della nostra “patria”. E allora, come ultimo invito, chiama dall’altrove il maestro Battiato e fagli cantare “povera patria” e tutto sarà molto più chiaro . A volte, cara Mara, non sono solo canzonette. 

10:13 , 13 Febbraio 2024 Commenti disabilitati su Non sono solo canzonette