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Le parole dei libri

Le parole dei libri

Il mio primo libro fu “Cuore” di Edmondo De Amicis e la storia che mi appassionò fu il racconto “dagli Appennini alle Ande”. Decisi, da subito, che per viaggiare dovevo continuare a leggere. Avevo sette anni e molta curiosità da distribuire. Mi piacque la storia di un ragazzo alla ricerca della madre, la sua forza, la sua caparbietà. Fu lui il mio primo eroe. Insieme a Gigi Riva che non scriveva libri ma pagine indimenticabili di calcio e felicità. Negli anni seguenti continuai con Salgari, Calvino, le avventure di Tom Sawyer ma, a quattordici anni mi imbattei con un libro decisamente complesso per un adolescente: Delitto e castigo, di Fëdor Dostoevskij. Lo presi in prestito dalla biblioteca Umanitaria dicendo a Teresa, la bibliotecaria, che era per mia madre. Quel libro fu una folgorazione. Un viaggio all’interno dell’anima. Per la prima volta scrutavo gli uomini nella loro interezza, scoprivo la malvagità di un delitto, la paura, il terrore della confessione ed, infine, la liberazione. Delitto e castigo è stato, per me, il Vangelo della lettura. Penso sempre che tutto inizia e finisce con Delitto e castigo, che tutti i libri letti successivamente facciano parte di quella storia, siano, in qualche maniera, capitoli che si intersecano nell’esplosione delle parole. Perché leggere è innamorarsi di tutto. Dei protagonisti, delle città, delle situazioni. A volte si ha paura di concludere il libro perché significa abbandonare quel pezzo di vita che avevamo animato con i nostri occhi. Leggere significa essere liberi di poter smettere e di poter ricominciare. Non a caso nelle carceri, nei lager, nei luoghi chiusi, un libro è come una bombola d’ossigeno. Ho letto molto. Ho camminato nel paese di Macondo, tra i fiumi del Sertao, ho ricercato Alexis, ho passeggiato tra le vie di Parigi, di Londra, nel quartiere di Pietralata, tra le Langhe e a San Pietroburgo. Ho capito che la neve ha molti colori, ho amato il gioco delle perle di vetro, ho annusato tutti i mari del mondo alla ricerca di balene, di uomini verdi, di tesori sommersi. Mi sono innamorato di bambini, di uomini e di donne. Ho anche sorriso, pianto, mi sono rilassato. Ho avuto paura per colpa di Misery e Carrie. Sono finito tra gli scioperi e le manifestazioni. Ho annusato tutti i giardini del mondo e la biblioteca dei libri dimenticati. Mi sono seduto sulle speranze di molte persone e ho volato per mille e mille mari, abbracciando storie tristi, assurde, piccole, insulse. Ma sempre mie. Io leggo perché è necessario poter continuare ad osservare gli orizzonti degli uomini. Nessuno escluso. Oggi è una giornata speciale. Se potete passate in libreria e acquistatevi un libro. Fatevi questo regalo. Avrete una storia in più da ricordare e parole da rimescolare, dentro il vostro piccolo zaino di esperienze.

17:22 , 22 Aprile 2024 Commenti disabilitati su Le parole dei libri