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Il giudice e il test

Il giudice e il test

Test psicoattitudinali per i magistrati: al termine delle prove orali di accesso alla professione, ecco la novità che potrebbe far discutere il prossimo Cdm.
E così, sembra che abbiano raggiunto il loro scopo. Molti diranno che è giusto e doveroso stabilire chi è degno di indossare la toga e chi no. Oltre le inevitabili polemiche sollevate dai magistrati e dall’opposizione, l’idea di affidare a uno psicologo il compito di decidere chi può o non può diventare giudice è una notizia di portata considerevole, quasi rivoluzionaria.
Mi torna in mente una canzone di Fabrizio De André, quella del giudice che si vendica di coloro che lo deridevano da giovane perché era basso di statura. E mi chiedo: quel giudice, sotto l’occhio dello psicologo, avrebbe potuto condannare a morte o sarebbe stato escluso dalla professione proprio per quella sua presunta indole vendicativa?
Ma siamo davvero convinti che un semplice test attitudinale possa tracciare il destino delle persone? Non nego che possa essere utile, ma non è certo risolutivo, e parlo per esperienza. Quando arriverà il momento dei test per chirurghi (che potrebbero uccidere qualcuno con il bisturi), insegnanti (uccidere con le parole, vuoi mettere), giornalisti (che potrebbero spingere al suicidio gli intervistati), idraulici, infermieri, intellettuali e politici?
L’ultima categoria, poi, sembra la più interessante. Farei volentieri un test attitudinale a certe figure. Se il test fosse davvero scientifico e definitivo, si rischierebbe di trovarsi con un parlamento semideserto. Ma state tranquilli, quel test non verrà mai autorizzato.

20:26 , 23 Marzo 2024 Commenti disabilitati su Il giudice e il test