
Questo libro è un atto d’amore.
Amore, innanzitutto, per lo Stato e per coloro che, giorno dopo giorno, lo servono con lealtà, passione e senza temere sacrifici. Amore per i poliziotti penitenziari, il cui lavoro è non solo necessario, ma una garanzia fondamentale per i cittadini. Amore per questa visione del carcere come luogo di assoluto rispetto e ripartenza.
Amore per chi, con rigore e obiettività, esplora senza sosta, senza partire dal presupposto che esistano persone “ultime”, senza speranza. Un amore per educatori, assistenti sociali, psicologi, volontari, medici: quell’universo colorato che ogni giorno scommette su questi vasi di coccio, che vive del dubbio ma con una certezza: il recupero è possibile, anzi necessario, seppur fra mille cadute, porte chiuse, ricadute, fra lacrime e sorrisi. Un mestiere fragile e grandioso, al servizio di un Paese che talvolta ignora, talvolta urla e non ascolta, ma che sa riconoscere il lavoro silenzioso di questi professionisti, capaci di costruire piccole opportunità nelle pieghe della vita.
Amore per i direttori di questo mondo complesso, donne e uomini in bilico tra trattamento e sicurezza, tra coraggio e timore, tra il voler e il dover fare, tra la forza e la fragilità. Persone che camminano su strade difficili, ponti che nessuno vuole attraversare, e che ogni giorno garantiscono la nostra sicurezza con uno sforzo che si aggrappa alla sottile linea del dovere, senza mai perdere l’equilibrio.
Infine, è un atto d’amore per la libertà di stampa, per il desiderio e il coraggio di cercare verità celate fra mille ombre e silenzi. Come uno speleologo che si addentra nelle cavità profonde della terra, il giornalista esplora la realtà nascosta: con la sola luce della sua curiosità, scava fra segreti e inganni, cercando nel buio dell’apparenza una verità che pochi osano cercare.
Questo libro è il frutto di tutte queste passioni, e della necessità di un racconto che renda onore a quegli agenti, quei direttori e operatori penitenziari che ogni giorno fanno il loro dovere, e sono la quasi totalità, così come a quei cronisti che ancora coltivano il desiderio di sapere e raccontare. Questo libro è anche per la città di Sassari, che non meritava quei giorni.
Questo lungo racconto, intervallato da intermezzi costruiti come un romanzo, è la nostra cronaca, un tempo urgenza di notizia, e oggi, divenuta storia, ci è sembrata degna di essere restituita. Con nuove lenti la rivolgiamo a chi vorrà risalire quel sentiero, a chi ha vissuto quei giorni e a chi li incontra ora per la prima volta, nel silenzio di una pagina.
Perché questa, più di tutto, è una storia d’amore.
Amore per la libertà, per la verità, per la democrazia.
Amore per le persone e per la loro dignità.
Al di là di ogni ragionevole luogo in cui esse si trovino.
In fondo, a pensarci bene, questa è la nostra e vostra storia.
Giampaolo Cassitta, nel 2000 educatore presso il carcere di Alghero Pier Luigi Piredda, nel 2000 giornalista de La Nuova Sardegna
Questo articolo è stato scritto il giovedì, Aprile 24th, 2025 at 16:20
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