Mettere insieme Massimo Troisi, Francesco Nuti, Carlo Verdone, Zuzzurro e Gaspare, Lello Arena, Enzo De Caro e i gatti del vicolo miracoli non era semplice. Ci riuscì Enzo Tapani con il suo folgorante, esilarante e mai superato programma televisivo “non stop”. Trapani riuscì anche a scovare tra la polvere del palcoscenico il trio Marchesini Lopez e Solegnhi e portò alla ribalta un semi sconosciuto Beppe Grillo.
Era un architetto e divenne un regista attento e curioso, bravo nel comprendere i tempi comici, tanto che le sue scoperte furono pepite nel panorama della comicità italiana. 
Il 5 novembre 1989 Trapani, sofferente da tempo di crisi depressive, si sparò un colpo di pistola in bocca e morì il 14 novembre del 1989. 
Sono passati 34 anni e, nel mentre Massimo Troisi, Zuzzurro (al secolo Andrea Cipriano Brambilla) e Anna Marchesini ci hanno lasciato e sono state perdite dolorose. 
Ho sempre pensato che il miglio comico è colui che riesce a nascondere la sua vera drammaticità e osservando i passaggi malinconici di Troisi, la follia effervescente di Zuzzurro, la grandezza infinita di Anna Marchesini resto convinto che è la tragedia a far camminare il mondo. Non stop è stato compagno della mia tarda adolescenza. Non ne perdevo una puntata. Due cose mi ricordo e me le porto sempre in tasca: il pezzo memorabile della smorfia sull’annunciazione (Annunciaziò, annunciati, Marì, Marì …) e gli occhi in gloria di Carlo Verdone (so du cervi). 
Ecco, la felicità è fatta di piccole cose che nei ricordi diventano grandi. 

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