L’uomo vestito di bianco, fragile, ammalato, con intorno il mondo cattolico che prega per lui, ha avuto la forza ed il coraggio di dire ai medici: “Non facciamo fake news, nei bollettini diciamo solo la verità”. Mi ha stupito questo papa venuto da lontano, questo suo piglio donchisciottesco, un po’ guascone e un po’ folle come San Francesco; quest’uomo forte e a volte ruvido, dolce e impertinente che, davanti alla malattia, a chi, magari, vorrebbe addolcire la pillola, ha chiarito con voce ferma e risoluta di dire solo “la verità”. Un po’ come nei vangeli sinottici “in verità, in verità vi dico”, un po’ come nelle dichiarazioni di Cristo: “Io sono la via, la verità, la vita”, un po’ per semplicità e chiarezza questa parola è rimbalzata quasi come una bestemmia davanti ad un mondo che tutto racconta tranne la verità. Lo stiamo scoprendo con più chiarezza quante falsità ci hanno raccontato i signori della guerra, quanta propaganda, quanta costruzione di falsa verità c’è nella politica, nella scienza, nello sport, nello spettacolo, nella giustizia. Ognuno a rintuzzare, centrifugare, sgattaiolare, inventare, riproporre la sua verità. Francesco ci ricorda che dire la verità è un principio sacrosanto, semplice, limpido, liberatorio. Noi, dentro l’eterna fiaba di Pinocchio, continuiamo ad ascoltare senza però mettere in pratica il suggerimento. Mica siamo pontefici, solo bravi a pontificare sulle falsità di molti e stare zitti sulle verità di pochi. Il papa non sta bene, l’ha detto il bollettino medico, ma si rimetterà. E questa, più che una verità, è una speranza coltivata da molti ma, verità per verità, purtroppo non da tutti.