
Poi il destino bussa, si attorciglia tra le strade tortuose dell’esistenza, disegna e cancella. Dipende. Non sappiamo da cosa.
Perché due donne, Gaia e Vivian, si dovessero incontrare era probabilmente scritto nel libro delle loro vite. Un capitolo tremendo, che nessuno avrebbe voluto leggere. Gaia attraversava la strada sulle strisce pedonali, Vivian sopraggiungeva con la sua auto. A Porto Cervo. Destini diversi che si incrociano. La prima, in quel luogo ameno ed esclusivo, ci lavorava. La seconda era in vacanza. Alfa e omega. Poi un attimo. La scintilla della vita che prova a comunicare qualcosa. Poi il botto, il rumore sordo, di morte. Il silenzio. Il risvegliarsi dentro un incubo per Vivian, l’abbandonare questa vita per Gaia.
Non ci sono tecniche per descrivere una tragedia, non si trova il perimetro esatto per sistemarla, questa storia che, per come la si legga, è sempre sbagliata.
Si poteva fermare? Si doveva. Non l’ha fatto. Perché?
Il pensiero che cammina, che naviga nella bolla estiva, nella fretta, nel dover fare qualcosa e non ricordarsi cosa. Chissà.Vivian è risultata negativa all’alcoltest.
C’è dell’altro. O forse neppure quello. Chissà.Gaia Costa aveva 24 anni. Aveva una vita davanti, spianata, in discesa, densa di cose belle, da scrivere, da disegnare. È ferma sulla collina, a contemplare il vuoto, con il quaderno delle opportunità che non potrà più consultare.
Vivian subirà un processo. Cose terrene, cose giuste, cose che riporteranno la storia a una realtà difficile da raccontare.
Vivian non sarà più la stessa. Ha incontrato Gaia nel suo destino. E il destino non fa sconti.
Tutto riporterà a Gaia.
Per sempre.
Questo articolo è stato scritto il giovedì, Luglio 10th, 2025 at 20:16
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Tags: dolore, giustizia, parola del giorno, storie tristi
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