Non gioisco per l’omicidio di Kirk e, ovviamente, non gioisco per la pena di morte decisa, senza neppure un processo, dal presidente Trump. Sono due vicende orrende, lontanissime dai miei pensieri. Il clima è terribile, e lo è per chi continua a fomentare odio, per chi vuole a tutti i costi vedere scorrere sangue in ogni via di qualsiasi città, salvo poi urlare e strillare quando quel sangue appartiene al proprio campo.

Questa è la vera violenza cui siamo sottoposti quotidianamente, insieme a quella strana costrizione che ci impone di schierarci: o con Kirk o contro Kirk, con la Palestina o contro, con Israele o contro. Come se le cose complesse del mondo si potessero risolvere come una partita di calcio, dove l’amore cieco per la propria squadra trasforma gli altri in nemici acerrimi.

Non possiamo continuare a recitare questa stupida commedia: il tifo nasce dall’istinto, l’analisi politica dovrebbe invece appartenere alla ragione. Non gioisco per l’omicidio di Kirk e condanno fermamente chi lo ha commesso. Merita una giusta condanna e spero che, nella solitudine di una cella, possa comprendere l’enormità del suo gesto. Ma non possiamo contrapporre istinto e ragione come se fossero strumenti equivalenti. Non possiamo emettere sentenze senza aver analizzato a fondo i fatti.

Kirk era quanto di più lontano dal mio pensiero: razzista, misogino, negazionista, costruttore di fake news. Eppure era, e per me rimane, un uomo con cui si poteva e si doveva discutere, confrontando le sue idee alle mie. Non ho la presunzione di avere sempre ragione, e mi spaventano coloro che camminano sulle strade inesistenti della certezza assoluta.

Ho profondo rispetto per le vite umane — tutte le vite umane — e ogni atto contro una persona è una ferita alla mia anima. Dovremmo provare tutti, ma proprio tutti, a fermarci: ad attendere che la polvere si depositi sulle nostre convinzioni, che tutto diventi più chiaro, che il vento restituisca limpidezza a scenari oscuri e terribili.

Kirk non meritava la morte e il suo assassino merita un processo e una condanna esemplare. Che non sia la pena di morte. Continuare a ragionare con spirito vendicativo non ci fa progredire. Chi lo fa, dal mio punto di vista, dovrebbe solo vergognarsi.