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Assaltare un autobus e uccidere sei persone è, senza ombra di dubbio, un atto terroristico. Su questo, credo, nessuno discute. Eppure, altrove, violare lo spazio aereo di un Paese che non è in guerra, colpire con i droni e provocare nuove vittime viene considerato un atto di legittima difesa.

Sono pacifista per natura, estraneo a strategie militari e logiche di guerriglia, e forse proprio per questo continuo a non capire. Non riesco a comprendere come un massacro di sei ebrei inermi venga unanimemente condannato – giustamente – mentre altri massacri, altre vite spezzate, possano essere raccontati e giustificati con linguaggi che smussano la verità. Perché la verità resta una sola: la morte di innocenti non ha mai un volto diverso, non conosce distinzioni di religione, di bandiera o di geografia.

Non capisco, soprattutto, come si possa pretendere di arrivare alla pace gettando bombe sul tavolo dove, faticosamente, si prova a costruire un dialogo, anche solo un fragile cessate il fuoco. È questo il cuore del conflitto israelo-palestinese: regole d’ingaggio che valgono per alcuni e non per altri, legittimità che si invocano a fasi alterne, mentre la popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto.

E non è diverso nello scenario russo-ucraino, dove si moltiplicano violazioni di spazi aerei e conseguenze che rischiano di travolgere Paesi terzi. Il Presidente Mattarella – che nel concerto delle potenze mondiali ha un ruolo limitato, ma una voce rispettata – ha parlato di rischio baratro, evocando il 1914. Eppure, la sua autorevolezza stride con il silenzio e le ambiguità di tanti governi, compreso il nostro, troppo spesso allineati a posizioni esterne, oggi quelle di Trump, che con disarmante leggerezza afferma l’ovvio: “Perché la Russia viola lo spazio aereo con i droni? Ci risiamo”. Una domanda che miliardi di persone si pongono, ma è davvero disarmante sentirla dalla bocca dell’uomo più potente della terra. 

Il punto è che troppe cose non tornano. Le condanne a Russia e Israele arrivano sotto forma di ammonimenti timidi, più simili a vagiti che a prese di posizione. Intanto, migliaia di bambini, donne e uomini vengono uccisi, affamati, ridotti al nulla. Questo sta accadendo, oggi. E si chiama genocidio. E noi, con il nostro silenzio, stiamo di fatto avallando un deserto di odio che non può che generare altro odio, per gli anni a venire.

Non è giustizia quella che vediamo consumarsi sotto i nostri occhi. È vendetta. E la vendetta, lo sappiamo dalla storia, non ha mai costruito la pace.

19:53 , 10 Settembre 2025 Commenti disabilitati su Spazio