
Affermare che lo sciopero di venerdì sia stato indetto soltanto per allungare il weekend è, francamente, una pessima provocazione. Può avere un senso se a dirlo sono “quattro amici al bar”; diverso è se quelle parole provengono dalla presidente del Consiglio, che sostiene che “il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme”. La questione, in questo caso, cambia radicalmente.
Giorgia Meloni dimentica che lo sciopero ha un costo concreto, pagato dai lavoratori che vi aderiscono: ridurlo a una giornata di festa è un’offesa nei confronti di chi compie un sacrificio – talvolta enorme – per accendere una piccola luce su una vergogna internazionale. Il governo farebbe bene ad assumere una posizione chiara, netta e senza fronzoli sull’arresto di quaranta italiani avvenuto in acque internazionali. Forse uno sciopero non smuoverà la coscienza di Netanyahu, ma il silenzio complice la aggrava.
Continuare a non capire ciò che sta accadendo in Italia significa non avere gli “occhiali della politica”. Le manifestazioni sono pacifiche, prive di bandiere di partito, e hanno un unico obiettivo: sostenere un popolo che chiede il cessate il fuoco e il diritto di tornare nei propri territori.
Scioperare non è mai una scelta leggera: è difficile, dura, complessa, talvolta persino lacerante. Ma minacciare i lavoratori di ritorsioni perché partecipano a uno sciopero giudicato illegittimo dal garante significa non avere contezza di cosa sia davvero la politica e usare il potere soltanto come strumento di intimidazione e insulto.
Personalmente potrei nutrire qualche perplessità su questo sciopero –proprio perché astenersi è una decisione dannatamente seria e politica – ma sarei comunque in prima fila accanto a chi sceglie di protestare per una causa che ormai riguarda tutti. Dopo queste dichiarazioni e minacce, se fossi ancora forza lavoro non avrei dubbi. Parteciperei. E’ una scelta forte, decisa, una scelta che vuole ribadire il proprio dissenso alle guerre e alla morte di persone inermi e innocenti.
Solo il governo sembra non rendersene conto. E questa non è affatto una buona notizia.