
Non ci bastava quello “nazionale”, interpretato magistralmente da Antonio Albanese, che da tempo ripete — con amara ironia — come i suoi personaggi siano stati ampiamente superati dalla realtà. Ora abbiamo anche il ministro mondiale della paura, nella persona di Elon Musk.In collegamento video al congresso della Lega, Musk non ha certo usato toni rassicuranti sul futuro del pianeta: «Con il terrorismo, alla fine vedremo uccisioni di massa in Europa. I vostri amici, le vostre famiglie, saranno tutti a rischio», ha dichiarato, ribadendo poi — nel caso non fosse chiaro — che ci saranno uccisioni di massa in Europa. Secondo lui, è questa la tendenza.
Dunque, niente serenità all’orizzonte.
Sarà che ormai ci ho fatto il callo, ma resto sempre piuttosto perplesso davanti alle parole roboanti di certi politici e imprenditori dal profilo messianico. Sembrano sempre pronti a evocare l’Armageddon. A me pare, invece, che tutta questa sceneggiata sia solo un grande palco narcisistico: un modo per mettersi, a tutti i costi, al centro dell’attenzione.
Si urla, si minaccia, si impongono dazi, si anelano territori, si compra tutto (verbo caro al duo Musk-Trump), perfino la libertà e la democrazia — da rivendere poi, magari, sul mercato della paura.
A preoccuparmi davvero, però, è che alcuni nostri politici continuino a fare da controcanto al cigno nero.
Salvini sarà rieletto segretario e il coro dei produttori di satira ha subito tirato un sospiro di sollievo: «Meno male!».
Ecco dove siamo: tra il ministro globale dell’Apocalisse e Matteo Salvini.
Non proprio un orizzonte rassicurante.