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Ostaggi

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Non capisco più il senso della politica, che da troppo tempo si è ridotta a tifo da curva. Non comprendo, per esempio, quale sia il senso di fischiare il sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari, che due giorni fa consegnava a Francesca Albanese il Primo Tricolore – la massima onorificenza cittadina – ma che, nel suo discorso, ha avuto l’ardire di affermare che per il processo di pace in Palestina occorra anche liberare gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.

Il pubblico è insorto: urla, fischi. È stata la stessa Francesca Albanese a calmare i più esagitati, per poi aggiungere: “Non giudico il sindaco e lo perdono. Ma non dica più una cosa così.”

Ho letto e riletto quelle parole, ho visto e rivisto i video. E sono giunto a un’unica conclusione: non esiste più confronto, esiste soltanto appartenenza. O stai da una parte, o stai dall’altra. Eppure, credo che dovremmo riflettere seriamente sugli ostaggi israeliani, così come riflettiamo sull’innocenza dei palestinesi uccisi a Gaza. Dovremmo farlo se fossimo davvero animati da un pensiero liberale, inclusivo. Ma purtroppo, da entrambe le parti, prevale ancora e sempre il sangue negli occhi.

Le donne stuprate da Hamas devono provocare lo stesso orrore dei bambini palestinesi massacrati. Lo stesso, identico orrore. Vorrei essere chiaro e lapidario: non può esistere un processo di pace che tralasci le nefandezze commesse da una parte o dall’altra. Non esiste. Non deve esistere.

Francesca Albanese ha sbagliato a usare quelle parole, e ancor di più a parlare di “perdono”. Perché mai dovrebbe perdonare un sindaco che ha avuto il coraggio di condannare, con fermezza, le atrocità della guerra? Gli ostaggi sono innocenti, sempre. Sono, purtroppo, il prezzo assurdo che questa guerra – questa terribile diaspora – ha portato fino al genocidio del popolo palestinese.

Mi dispiace, ma io in questa vicenda sto con Marco Massari. Tanto per essere chiari e netti. Non so voi. 

20:55 , 3 Ottobre 2025 Commenti disabilitati su Ostaggi