
Cecilia Sala è libera, ed è una notizia straordinariamente bella e intensa. Mi ha emozionato, però, un aneddoto che lei stessa ha raccontato, riferito al libro Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami. Negli ultimi giorni di prigionia le è stato consegnato il libro, forse originariamente incluso in un pacco dell’ambasciata italiana. Quando le è stato permesso di chiamare a casa, ha parlato con il suo compagno, chiedendogli di acquistare lo stesso libro, così avrebbero potuto leggerlo insieme, anche a distanza.
Credo che questo non sia solo un immenso atto d’amore, ma anche la dimostrazione plastica di come le parole possano giungere nei cuori delle persone. Ho conosciuto il mondo di Murakami, guarda caso, proprio attraverso questo libro fantastico e onirico, dove identità, destino, amore e memoria si intrecciano in ogni pagina di un’opera immensa, scritta da un autore che meriterebbe il Nobel da sempre.
Ho deciso di rileggerlo perché, così, posso immaginare, almeno per un attimo, quanto sia bello condividere le parole e quanto peso esse possano avere. Cecilia Sala, con il suo “ciao, sono tornata”, ci ha aperto le porte verso il suo mondo e la sua voglia di viaggiare, come uno dei protagonisti del libro, alla ricerca dell’essenza della vita.
Cecilia Sala è riuscita a disegnare una delle emozioni più grandi che possano capitare all’interno di una cella infame, senza neppure un letto, un cuscino, niente. Utilizzare il potere delle parole e condividerle con la persona che ama. Un gesto bellissimo, l’essenza della libertà: leggere.
Questo articolo è stato scritto il giovedì, Gennaio 9th, 2025 at 15:32
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