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Islam

Islam

Che bisogno c’è di insultare le credenze altrui per rafforzare la convinzione di essere noi nel giusto?
Che senso ha paragonare il velo indossato dalle donne musulmane a un sacco della spazzatura?

Perché una donna di 42 anni, milanese, europarlamentare della Lega, sente la necessità di mostrare i muscoli dichiarando che i veli islamici sono simboli di sottomissione che una donna libera non potrebbe mai accettare?

Faccio una semplice domanda:
l’onorevole Silvia Sardone si truccherà?
Utilizzerà un outfit consono al suo ruolo?
Le piaceranno anelli, diamanti, foulard di Gucci, pantaloni a zampa d’elefante (che io continuo a ritenere orribili)?

Ritiene che tutto questo sia simbolo di sottomissione?
O, più semplicemente, replicherà che è libera di vestirsi e truccarsi (o non truccarsi, ça va sans dire) come vuole?

E avrebbe ragione.
Come hanno ragione anche le donne che scelgono di indossare un velo, di andare in chiesa o in sinagoga, di guidare un’auto o prendere un aereo, di leggere o annoiarsi.
Il problema non è la presunta “islamizzazione” del nostro Paese.

Il problema è l’intolleranza di casa nostra,
questa abitudine sempre più diffusa a dividere il mondo in “buoni” e “cattivi”.
E i cattivi – secondo la Sardone e non solo – sono, ovviamente, sempre “gli altri”.