
Voi dite che è Dio ad aver deciso il carcere per Cecilia Sala, e sapete, perché lo sapete con assoluta certezza, che non è vero. Voi dite che questa è la volontà di Dio, la parola di Dio, il verbo di Dio, la necessità di Dio. E sapete che non è vero. Queste sono cose da uomini. Cose vostre. Sono i risultati della vostra terribile fragilità. Non siete in grado di giustificare le vostre azioni e vi trincerate dietro un Dio che, se davvero ci fosse, vi fulminerebbe in un attimo.
Oppure, come dicono molti, non conosciamo il disegno di Dio, il suo mistero. Se fosse vero, non potremmo mai e poi mai fare niente in nome di un Dio che ha un suo disegno e che non lo racconta certo a noi. Cecilia Sala è una giornalista, una curiosa ricercatrice di verità. Come i veri giornalisti. Cecilia Sala è una donna e prova a comprendere le ingiustizie che, guarda caso, gli uomini infliggono alle donne in nome di un Dio.
Che coraggio possono avere uomini che maltrattano le donne? Che dignità possono contenere nelle loro tasche gonfie di odio e paura? Hanno paura di Cecilia, e hanno ragione. Bisogna nutrire paura di chi si pone delle domande, soprattutto se non si hanno strumenti per poter rispondere. E chi si nasconde dietro un Dio non è un uomo semplice. È un uomo debole, incapace di prendere una posizione nel mondo.
Cecilia Sala ha posto domande. Lo fa da giornalista, e lo fa molto bene. L’unico gesto capace di riscattarvi, almeno per un attimo, è liberarla. Non in nome di Dio, ma in nome di una giustizia terrena. Quella divina è una battaglia personale, tra noi e Dio. Senza intermediari.
Questo articolo è stato scritto il sabato, Dicembre 28th, 2024 at 10:59
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Tags: Cecilia Sala, giornalismo, iran, libertà, regime, stampa
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