
Parlare di Ilaria Salis è, ormai, un esercizio divisivo. I commenti che affollano i social sono, nella maggior parte dei casi, beceri e privi di qualsiasi costrutto. Eppure, basterebbe ricordare un dato semplice: Salis è un’europarlamentare legittimamente eletta dal popolo italiano. Punto. Da qui in avanti, i detrattori e gli odiatori avrebbero ben poco da urlare — ma lo fanno comunque.
Salis è accusata in Ungheria di aver partecipato a un pestaggio ai danni di alcune persone “neonaziste” e per questo è stata arrestata e condotta in tribunale con le catene ai polsi e alle caviglie, come un animale al guinzaglio. Ma c’è un dettaglio che non andrebbe mai dimenticato: il Parlamento e la Commissione europea hanno da tempo aperto una procedura di infrazione contro l’Ungheria, denunciando gravi violazioni dello Stato di diritto e condizioni di vita nelle carceri “inumane e degradanti”.
Questo particolare è fondamentale. Ogni cittadino europeo arrestato in Ungheria corre un rischio altissimo: quello di subire una giustizia sommaria e pene spropositate per reati che, altrove, comporterebbero al massimo un anno di detenzione.
C’è poi un ulteriore elemento: Ilaria Salis non intende sottrarsi al processo. Chiede semplicemente di essere giudicata in Italia, come previsto dall’articolo 9 del Codice penale. E qui la destra più urlante — la “curva” del tifo politico — parla di complotti, di toghe rosse, di compagni radical chic e via con le solite etichette.
Peccato che quell’articolo non lo abbia scritto nessun magistrato compiacente, ma il legislatore, cioè il Parlamento della Repubblica. Un dettaglio non trascurabile, in uno Stato di diritto.
Morale: in Italia non si ragiona più, si tifa. Salis è innocente per la curva sud e colpevole per la curva nord. E l’arbitro, ovviamente, è cornuto.
Questo articolo è stato scritto il mercoledì, Ottobre 8th, 2025 at 11:13
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