
La nuova proposta di legge sul femminicidio, approvata al Senato con voto unanime, prevede l’ergastolo per chiunque cagioni la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio, discriminazione, prevaricazione o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo, o come atto di limitazione delle sue libertà individuali. L’ergastolo per il femminicidio, previsto dal nuovo articolo 577 bis del codice penale, è utilizzato come deterrente e si ritiene – nelle intenzioni del Parlamento unito – che questa pena possa, in qualche modo, scoraggiare la commissione di un reato odioso e terribile che sembra non conoscere tregua tra gli uomini. Non sarà così. Lo sappiamo bene tutti. La parola ergastolo è solo un atto consolatorio di fronte a scenari che non riusciamo a governare. Dove non arriva la testa, ci proviamo con la pancia. La pena di morte, negli Stati Uniti, non ha fermato nessun genere di crimine, e l’ergastolo non ha, in Italia, scoraggiato nessun appartenente alla criminalità organizzata. Si dovrebbe lavorare sulla prevenzione: educazione sessuale a scuola (che non è solo l’atto finale di un rapporto di coppia, ma è l’insegnamento del rispetto tra generi umani), parità di genere nel lavoro, diritti identici per uomini e donne, stesse retribuzioni, nessuna prevaricazione o distinzione tra i sessi. Ma, per ora, si è scelta la strada più facile, più condivisibile da tutti. I conti si faranno a fine anno e, purtroppo, l’ergastolo non farà diminuire il numero degli omicidi all’interno di una cultura maschilista e retrograda, così come non diminuiscono gli atti di violenza nei confronti delle persone considerate “diverse” da certi individui che non dovrebbero partecipare alla vita sociale se non dopo una massiccia dose di formazione. L’ergastolo è solo una parola, una brutta parola che ci assolve tutti. Ma siamo, comunque, tutti colpevoli di non voler affrontare con serietà e lungimiranza un fenomeno squallido e orribile come il femminicidio.
Questo articolo è stato scritto il giovedì, Luglio 24th, 2025 at 07:51
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Tags: detenzione, diritti, femminicidio, giustizia, omicidio
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