Anche questa giornata rischia di essere riempita di buoni propositi e di retorica e, soprattutto, di trasformarsi nella solita giornata “della donna” invece che in una giornata “per qualcosa”. O, perlomeno, in un giorno di riflessione autentica, in cui parlare di violenza significhi affrontare un momento terribile e vergognoso, non intonare un coro di frasi di circostanza ma tracciare un punto di partenza vero, concreto.

Sarebbe stato bello, per esempio, che da domani iniziassero in tutte le scuole italiane lezioni sull’emotività, sul comportamento umano, sull’importanza dell’innamoramento e dell’amore. Lezioni in cui ragazzi e ragazze potessero cominciare a capire la necessità di intrecciare affetti e corpi con consapevolezza: l’importanza della condivisione, dell’assenso, dell’incrocio degli sguardi, delle paure, delle complicità. Lezioni magari accompagnate da letture di romanzi, ascolto di canzoni, analisi di esperienze reali.

La violenza è dentro le nostre case. Lo dicono le statistiche e lo dice, soprattutto, la cronaca. Chi genera violenza non può raccontare come combatterla. Ci sono famiglie difficili in cui la donna non vive con tranquillità. È necessario insegnare alle donne e agli uomini un codice etico di comportamenti; insistere sulla grammatica dei gesti; comprendere che la violenza è la strada peggiore, il fallimento del dialogo e del confronto.

Bisogna insegnare alle ragazze che la gelosia non è amore; che la dipendenza da un uomo non è amore; che il silenzio non è amore; che le urla non sono amore; che gli insulti e l’indifferenza non sono amore.

Ecco il senso di questa giornata: uscire e andare in piazza non solo per esserci e gridare la propria rabbia, ma esserci insieme agli uomini per far capire il peso della propria dignità. Non facciamo di questa giornata l’ennesima manifestazione dopo la quale tutto torna com’era. Non avrebbe senso.

E non pensiamo che questa sia la giornata della donna contro l’uomo: perderemmo una grande occasione. Paradossalmente dovrebbe essere la giornata per l’uomo, che deve capire, che deve essere messo davanti al confronto, che deve imparare a soppesare le esigenze della propria compagna e delle altre donne. Una giornata per un uomo capace di accettare qualcosa di semplice e naturale: il rispetto per tutte le donne. Nessuna esclusa.