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Diritto alla dignità.

Diritto alla dignità.

La parola di oggi è “diritto”.

Parto da un’immagine. Provate a chiudere gli occhi e immaginare. Siete in una cella dove la luce non si spegne mai. Una tortura sottile, continua, che vi erode ogni capacità di resistere. Niente materasso, solo due coperte sporche. Come se non bastasse, vi portano via gli occhiali. Non vedete. Non dormite. Non pensate. Questo è ciò che sta subendo Cecilia Sala. E noi? Noi ci accorgiamo solo ora che questa è una barbarie. Non tollerabile. Non spiegabile. Non giustificabile.

Ci indigniamo. Protestiamo. Diciamo che è una vergogna. Lo diciamo noi, lo dicono i giornali, lo dice perfino il governo italiano, che si sveglia quando il mondo lo guarda e fa la faccia scandalizzata. Si alza un dito per accusare l’Iran, ma quanta convinzione c’è davvero?

Poi c’è l’altra faccia della medaglia: un cittadino iraniano, accusato di terrorismo, detenuto in Italia. Sta in una cella squallida, certo, ma ha un materasso, può telefonare ai suoi legali, mangia pasti caldi, guarda la televisione. Ha ciò che ogni essere umano dovrebbe avere: dignità. Quella stessa dignità che viene negata ogni giorno a Cecilia Sala in Iran.

E allora la domanda, quella vera, è questa: perché? Perché se Cecilia Sala fosse arrestata in Italia, verrebbe trattata diversamente rispetto a un imputato in Iran? Perché questo abisso? La risposta è crudele nella sua semplicità: lo stato di diritto. Quello che in Italia esiste, e che in Iran è una bestemmia.

E c’è di più: Abedini è accusato di qualcosa, Cecilia no. Non ha fatto nulla. Nulla. Ma in Iran, questo non conta. Non importa che tu sia colpevole o innocente. Sei  una donna, una giornalista, un corpo da distruggere, un simbolo da annientare.

E noi? Noi dobbiamo gridarlo. Forte. Fortissimo. Il governo italiano deve dirlo, e non con mezze parole o proteste di circostanza. Deve dirlo con la voce di chi non può più sopportare, di chi si ribella. Perché quando accettiamo la barbarie altrove, la stiamo costruendo anche qui. È sempre così.

15:23 , 3 Gennaio 2025 Commenti disabilitati su Diritto alla dignità.