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Dimissioni

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Le dimissioni di Gianfranco Satta da assessore regionale all’Agricoltura della Giunta Todde hanno fatto rapidamente il giro del web, e il quadro emerso è chiaro: Satta si è dimesso non per scandali, non per inefficienze, non per contrasti con la presidente, ma per la richiesta del suo partito, i Progressisti, che non si sentivano più rappresentati da lui. Una dinamica tutta interna, politica, che riguarda i rapporti di forza, gli equilibri e la volontà del partito di sostituirlo con un altro nome, e quello più accreditato è Francesco Agus.

Quello che mi ha stupito – anzi, non mi ha stupito affatto – è la canea degli odiatori di professione e di chi, ovviamente, ha sempre una risposta pronta su qualsiasi argomento. Gli odiatori – quelli che commentano sempre, quasi mai leggono, e mai contestualizzano ma usano solo gli insulti –  hanno celebrato le dimissioni come se si trattasse di una cacciata, di una sconfitta personale, di una punizione per chissà quali colpe. La stragrande maggioranza di chi ha commentato non ha aperto un solo link, non ha letto un solo articolo, non ha ascoltato una dichiarazione. Si è limitata a costruire opinioni prefabbricate, slogan e battute di pessima fattura, inutili per costruire una seppure minima analisi della situazione.

E così, davanti a una vicenda politica complessa — dimissioni concordate, dinamiche interne, risultati rivendicati — la rete ha risposto con la solita modalità: ridurre tutto a un lungo insulto, augurando all’ex assessore tutto il male possibile e aggiungendo che al peggio non c’è mai fine e ricamando con il solito stucchevole refrain: “sono tutti uguali”. Non una nota che entrasse nel merito del lavoro effettuato dall’assessore. Al popolo non importa che la presidente Todde abbia ringraziato Satta, non importa che i Progressisti abbiano fatto una scelta politica, non morale (magari sarebbe interessante capire quei motivi), non importa che i dati sul suo operato siano positivi o negativi. (Satta, nella conferenza stampa, ha ricordato risultati oggettivi: il 98,6% di spesa del PSR 2014-2022, 470 milioni di euro erogati, un lavoro definito dalla stessa presidente Todde come “ottimo”. Una scelta, quindi, maturata per mantenere stabilità politica, non per fallimenti amministrativi).

Alla gente tutto questo non interessa.

Tutto ciò che conta è il rumore delle parole vuote, inutili, prive di oggettività. A nessuno interessa capire, comprendere, analizzare, soffermarsi sui problemi. A nessuno. Vale per Satta e vale per la famiglia del bosco, vale per tutto e, soprattutto: “chi non salta Gianfranco Satta è”. A questo siamo arrivati, ed è tremendamente difficile provare a ritornare indietro.

Per quanto possa servire, ringrazio l’On. Gianfranco Satta per il suo lavoro e il suo impegno. Sono convinto potesse ottenere risultati migliori, ma ho conosciuto il suo modo di fare, la sua gentilezza e la sua passione. Per lui, credo e mi auguro ci sarà un’altra occasione. Per chi salta urlando sguaiatamente, mi auguro di no.