Infine siamo caduti sulla “cortigiana”.
Schieramenti di glottologi, latinisti, letterati, youtuber, gente corsa a cercare un tutorial per capire davvero il significato esatto del termine, vocabolari alla mano, Treccani, Devoto-Oli. Poi sociologi, antropologi, psicologi, e naturalmente i perditempo (che non mancano mai), tutti dietro quell’epiteto, quell’ingiuria, quell’affronto lanciato da Landini contro la presidente del Consiglio: “cortigiana”.
Direi un errore da cartellino rosso, una caduta di stile che non dovrebbe appartenere ai politici, agli uomini di governo e neppure ai sindacalisti. Landini ha sbagliato e, a mio avviso, dovrebbe chiedere scusa. Non è bastato dire subito che si trattava di “una persona alla corte di Trump”. È stata una frase sbagliata, indelicata e, se vogliamo, poco politica.
Laura Boldrini ne sa qualcosa del modo trucido con cui certi esponenti della Lega si sono espressi nei suoi confronti. Però, come dire, è nel loro DNA. La sinistra – e Landini è di sinistra – dovrebbe giocare in un altro campo, completamente opposto. (la tanto reclamata “diversità” del compianto Enrico Berlinguer). Però se è vero che “cortigiana” è davvero un brutto aggettivo per chiunque, è altrettanto vero che “bellissima”, usato in un summit dove si parlava di cessate il fuoco, era oltremodo fuori luogo. Ci ho pensato a lungo e mi sono chiesto: perché “bellissima” andava bene e “cortigiana” no? A me non sono piaciuti entrambi. Perché i contesti – come le parole, per dirla con Nanni Moretti – sono importanti.
In una sfilata di moda, guardando un portfolio o un film, una donna o un uomo possono essere definiti “bellissimi”. In una riunione politica, invece, essere “bellissimi” non aggiunge nulla di qualitativo alla causa. Perché, per esempio, Trump non ha detto a Macron “bellissimo”? Perché lui è un uomo, e l’uomo (direbbe Berlusconi) è nato per fare complimenti alla donna. Tranne quando, a suo giudizio, non è “bellissima” (ricordate, sempre a proposito di Berlusconi, l’“inscopabile” Merkel?). Insomma, Giorgia Meloni non è una cortigiana e non è bellissima (non lo è in un contesto politico, per il resto è tutto lasciato al gusto personale di ognuno di noi). È, più prosaicamente, una presidente del Consiglio che non ha avuto alcun ruolo nei tavoli delle trattative per il cessate il fuoco tra Palestina e Israele, che si rifiuta di concedere interviste ai giornalisti salvo poi scrivere un tweet d’ordinanza per esprimere solidarietà a Sigfrido Ranucci. E’ una presidente del Consiglio, divisiva, a volte iraconda, furba, determinata, populista, retorica, barava a mantenere alto il vessillo della propaganda.
Ecco, per favore: ritorniamo alla politica.
A Landini un consiglio: si ascolti la canzone Il testamento di De André — “a te che fosti la più contesa, la cortigiana che non si dà a tutti” e rendendosi conto dell’errore in cui è caduto, senza indugio, provi a chiedere scusa. Farà bene a tutti, perché così si tornerà finalmente a parlare di problemi seri, di cui abbiamo davvero bisogno e necessità.
