
Claudia Sarritzu è una giornalista che sa raccontare, e quello che scrive si legge sempre con grande attenzione. Parla di Gaza, lo ha fatto molto spesso negli ultimi tempi, denunciando il massacro che si sta consumando in quella terra non troppo lontana dalla nostra. Donne e bambini sono le vittime di una guerra che deve, in qualche modo, finire. Una guerra inutile. Come tutte.
Claudia si è vista oscurare il suo profilo Facebook da Meta, perché i contenuti non rispettavano gli “standard della community”, che – detta così – sembrerebbe un blocco da parte di un editore attento nei confronti di una giornalista che diffonde notizie sbagliate, false e pericolose. Le cose, ovviamente, non stanno così. Tutti sappiamo che nella Striscia di Gaza si muore, che la scelta di chi bombarda quotidianamente è legata a provocare quelle morti e quel dolore infinito che si vuole contrapporre a quello subito il 7 ottobre 2023. Ma è chiaro che non si può rispondere alla morte con la morte. Non si possono massacrare migliaia di bambini e di donne.
Provare a raccontare questa verità, come fanno altre giornaliste – come per esempio la bravissima Francesca Mannocchi – è diventato pericoloso. Insultare quelle giornaliste a quanto pare fa invece parte degli “standard della community”. C’è qualcosa che non torna. E quel qualcosa non è niente di
bello.
E a Gaza si continua a morire.
Grazie a Claudia Sarritzu per volerlo continuare a raccontare. Grazie a Claudia che, in ogni caso, fa parte – eccome- della nostra community che continuerà a leggere Claudia nel suo nuovo profilo e continuerà a denunciare il massacro repentino di Gaza.