
Bologna. Intesa come strage e non come città. È spuntata – tra le tante – l’ultima verità, secondo la quale il 2 agosto 1980 sarebbe stato Paolo Bellini a portare materialmente la borsa con la bomba e ad abbandonarla vigliaccamente nella sala d’attesa. Il finanziatore di quella strage, invece, sarebbe stato Licio Gelli.
Molte verità si sono contrapposte e qualcuna, addirittura, ha insinuato che i condannati definitivi non fossero colpevoli, come nel caso di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.
Leggendo la notizia sui quotidiani e trovando, tra i colpevoli, il nome di Sergio Picciafuoco, mi è tornata in mente una serie di incontri avuti con lui all’Asinara, quando era detenuto presso la diramazione di Fornelli. Mi raccontò, tra le tante cose, che quel 2 agosto 1980 si trovava alla stazione perché doveva prendere un treno per Modena. Era in semilibertà e aveva fatto ritardo nel recarsi al lavoro. Si trovava al binario sei e si adoperò – lo sottolineò più volte – per aiutare i feriti.
Affermava che probabilmente esistevano fotografie in grado di dimostrare la sua innocenza. Il caso di Picciafuoco fu complicato: inizialmente assolto, fu poi condannato. È morto d’infarto nel 2002, portando con sé qualche brandello di verità.
Non ho mai creduto alla sua versione: trovarsi quel giorno a Bologna, mentre esplodeva una bomba, ed essere, allo stesso tempo, un fiancheggiatore dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) non poteva essere una coincidenza. E non lo era.
Difficile, oggi, comprendere appieno quale sia la verità. Ma una, credo, è inconfutabile: a volere quella strage furono i fascisti. Per quella follia morirono 85 persone. Spero, da sempre, non inutilmente.
Questo articolo è stato scritto il mercoledì, Gennaio 8th, 2025 at 11:30
È possibile seguire tutte le risposte a questo articolo tramite il RSS 2.0 feed.
Tags: 2 agosto 1980, bologna, francesca mambro, giusva fioravanti, sergio picciafuoco, terrorismo
Posted in: Blog