
Viaggiare è libertà, è vacanza. In Sardegna, però, è soprattutto… necessità. Sì, perché se sei isolano (e non metaforicamente), ti servono una nave o un aereo anche solo per uscire dal continente immaginario in cui ci confinano.
Qualche decennio fa, l’irlandese Ryanair ci aveva illusi tutti: voli “low cost” per Londra o Parigi a 5 euro. Cinque! Manco una birra media. Io, per dire, mi accaparrai un biglietto per Parigi a 8 euro, tasse incluse. Un colpo di genio, un colpo di fortuna… o forse solo altri tempi. Poi arrivarono le Torri Gemelle, le tasse di sicurezza, e spuntò, quasi di soppiatto, il famigerato bagaglio a mano. All’inizio sembrava una riffa: misure precise, peso da chirurgo plastico e negozi che vendevano valigie “certificate Ryanair” manco fossero presidi medici.
Adesso? Il bagaglio a mano lo paghi come un affitto in centro a Milano. Il biglietto lo vedi a 15 euro, ma appena clicchi su “continua” comincia il salasso: 33,99 euro per il bagaglio, tasse varie, contributi misteriosi, ed eccoci a 50 euro netti.
E sapete la chicca? Il trucco è semplice: il bagaglio pesa, certo, ma il guadagno è astronomico. Per circa 120 trolley, il costo extra di cherosene è di 156 euro. Ma il guadagno? Rullo di tamburi: 2.844 euro. Altro che volo economico: è un business da jet privato.
Il punto è semplice: quel volo da 15 euro non è mai esistito. Bastava dirlo, no? Noi sardi viaggiamo spesso per bisogno, mica per sport. Almeno, evitate di prenderci anche per i fondelli.
Questo articolo è stato scritto il giovedì, Maggio 15th, 2025 at 18:31
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Tags: continuità territoriale, sardegna