Ho capito poco della chat di un gruppo denominato “Fascistella”, (un nome che è un programma) di cui facevano parte persone che in pubblico si mostravano ottimiste e di sinistra, ma in privato erano molto volgari e cattivelle.
Ho capito poco perché mi sembra, davvero, che abbiamo raggiunto il limite di sopportabilità di queste storie; ho capito poco perché mi pare aria fritta; e ho capito poco perché, in fondo, si trattava di una chat del tutto privata, e nessuno dei partecipanti pensava che sarebbe finita in pasto a Selvaggia Lucarelli.
Tanto rumore per il nulla cosmico.
Che le protagoniste (quasi tutte donne, di sinistra, radical chic, scrittrici, sceneggiatrici, giornaliste, soggettiste, influencer) se la prendessero con altre donne comunemente di sinistra, radical chic, scrittrici, giornaliste, sceneggiatrici, soggettiste e influencer è un corto circuito di una tristezza cosmica.
Un conto è dichiarare certe cose in pubblico — e loro, a quanto pare, non lo facevano, anzi parlavano bene di chiunque, da brave ragazze della sinistra bene — e un altro è sfogarsi in una chat privata.
Il mondo è così, bellezze: quante volte abbiamo osannato persone che in privato abbiamo insultato o a cui abbiamo augurato la peggior vita?
Non so, tutto questo clamore non mi convince e, soprattutto, non mi appassiona.
Possibile che, davanti a un mondo che conduce una terza guerra mondiale a pezzi, troviamo il tempo per raccontarci tutto questo?
Vorrei essere ottimista e di sinistra, ma non ce la faccio.
