Vorrei conoscere il Dio di Bezalel Smotrich, il ministro di Netanyahu pronto a sparare anche ai bambini palestinesi, che si è offerto volontario per il ruolo del boia. Vorrei tanto conoscere il suo Dio, felice di aver distrutto una città e ucciso persone inermi, e ora pronto a ricostruire per il popolo ebraico. Un Dio che ha suggerito questa guerra per poi investire sulla Striscia, considerata da Smotrich una manna immobiliare. Vorrei conoscere il Dio che pensa che l’unico arabo buono sia quello morto, non adatto al dialogo, e che ritiene Netanyahu troppo trattativista.

Un dio «orgogliosamente» omofobo che davanti a un bambino palestinese dichiara: «o gli sparo, o lo espello, o lo imprigiono». Vorrei davvero conoscere questo Dio, che dovrebbe essere simile a quello che durante la Seconda guerra mondiale giustificò l’Olocausto e la distruzione etnica di un popolo — anche lui convinto che l’unico ebreo buono fosse quello morto.

Vorrei sommessamente dire a Bezalel Smotrich, leader di estrema destra israeliana e guida del partito Sionista religioso, che quel Dio per cui spreca tante parole non esiste — non può esistere. Non può esistere un Dio che segrega le donne che partoriscono palestinesi e, come Erode, ordina di fucilare i bambini. Non c’è un Dio che distrugge e uccide scientemente. E se, malauguratamente, dovesse esistere, non sarebbe il mio Dio.

Smotrich dovrebbe capire che la fede è un argomento delicato e serio e non si può mischiare con la politica. Ci porti le prove che il suo Dio gli abbia ordinato tutto questo massacro. Ci dica dove possiamo leggere le dichiarazioni del suo Dio e perché, in ogni caso, dovrebbe essere migliore degli altri.

Che poi, a ben pensarci, il suo Dio è lo stesso dei cristiani e dei musulmani. Solo che lui fa finta di non saperlo e semina odio in nome di un Dio silente che, se dovesse esserci, non sta dalla sua parte. Come faccio a esserne così sicuro? La mia parola contro quella di Smotrich. Nessuno dei due ha le prove. Lui, però, in nome di un Dio che non c’è sta approvando un genocidio. E molti, purtroppo, gli vanno dietro. Questo è l’odio, questo è l’orrore. Questa è l’apocalisse. Now.