Menu
Giustizia

Giustizia

magbo system

Per fortuna, si torna – almeno in parte – allo stato di diritto. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito un principio basilare: la designazione di un Paese terzo come “Paese di origine sicuro” deve poter essere sottoposta a un controllo giurisdizionale effettivo.203. Parola del giorno: Giustizia

In parole semplici: tutte le decisioni del governo italiano che, a colpi di propaganda, dichiarava “sicuri” determinati Paesi, spacciando la scelta come atto politico incontestabile, sono state smentite e bocciate.

La Corte ha chiarito che sì, un governo può adottare una lista di Paesi considerati sicuri tramite atto legislativo, maquell’atto deve essere verificabile dai giudici. Il punto chiave è che i tribunali dovranno accertare se tali designazioni rispettano i criteri previsti dal diritto dell’Unione.

Un passaggio fondamentale riguarda i trasferimenti in Albania. Saranno i giudici a decidere se quell’accordo, tanto osannato quanto opaco, è compatibile con il concetto di “Paese sicuro”. Quei centri fuori giurisdizione italiana, voluti con ostinazione dalla Presidente del Consiglio, sembrano destinati a una fine miserevole. (vi ricordate? FUN- ZIO -NE -RAN- NO!)
Chissà se un giorno la Corte dei Conti busserà alla porta per chiedere conto dei milioni pubblici spesi per un’operazione inutile, fallimentare e ideologica.

Morale della storia: il diritto non è affare della politica. Non si può designare un Paese come sicuro solo perché lo dice un decreto o una conferenza stampa.
La sicurezza deve essere valutata per tutte le categorie di persone vulnerabili, nessuna esclusa.
E intanto, su chi migra, su chi chiede asilo, sui minori non accompagnati, nessuno sembra volersi occupare seriamente.
È agosto, del resto. E in Italia, ad agosto, si chiacchiera d’altro.