
200. La parola del giorno è FLIXBUS
Ho utilizzato Flixbus da Genova a Torino perché quel giorno c’era lo sciopero dei treni. È stato utile anche da Bratislava a Vienna e da Trieste a Venezia, ancora una volta per via di uno sciopero. Si viaggia comodi, con posto assegnato, bagno chimico a bordo, niente fermate intermedie, e ti porta in giro per tutta Europa. Basta avere un’app sul telefonino e il gioco è fatto.
Tutto nasce nel 2014, quando Andrea Incondi si era appena trasferito a Monaco di Baviera e, facendo il turista, scopre un bus che girava tutta la Germania. Manda una mail per proporre il servizio in Italia… e da lì parte tutto.
Nel 2014 i passeggeri erano appena 22. Oggi sono 50 milioni. I dipendenti sono passati da 15 a oltre 100, le tratte si sono moltiplicate: da Milano a Palermo, da Genova a Grenoble… e ora Flixbus sbarca persino in Australia.
Tutto molto bello e comodissimo, però il pullman verde con la scritta Flixbus in Sardegna non si è mai visto. Probabilmente non ci sono i numeri, ma io chiederei a Incondi di provarci. Lui mandò una mail a un’azienda tedesca e quelli gli risposero. Perché non fare lo stesso anche noi? Un bel Sassari-Cagliari in due ore, senza fermate, non sarebbe affatto male. A prezzi, ovviamente, molto bassi e competitivi.
Ma noi, in Sardegna, parliamo sempre di continuità territoriale per andare “in continente”, quando invece il 93% dei sardi ha bisogno di muoversi sulla propria isola. Perché non chiediamo al signor Flixbus di passare anche da queste parti?
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