
Provate a immaginare un immenso condominio composto da 20.000 persone, all’interno di un unico palazzo di 39 piani, dove si trovano un’enorme area ristorazione, piscine, barbieri, centri estetici, supermercati, un ospedale e vari bar. Tutto è letteralmente a portata di mano: sembra quasi che non ci siano molte ragioni per uscire dall’edificio. È molto probabile che alcuni, infatti, non lo facciano mai.
Vivere in un’immensa prigione, dove la libertà è data dall’avere le chiavi in tasca dell’appartamento, il wi-fi, tutte le comodità, ma per il resto… nulla.
Questo grattacielo si trova in Cina, più precisamente a Qianjiang Century City, il quartiere centrale di Hangzhou, una megalopoli da 11 milioni di abitanti. Gli edifici, inoltre, sono collocati nel segmento “lusso” e quindi non hanno neppure prezzi popolari.
Che vita possono condividere queste persone? Si incontrano in un enorme non-luogo, avranno non-incontri, non-sorrisi, non-innamoramenti, e per essere più veloci si scambieranno i balletti su TikTok.
È il futuro che ci aspetta? Non lo so.
Non riesco a contesutalizzarla, una città dentro un palazzo che calpesta pochi metri di terreno.
Senza sole, senza verde, senza mare.
Non oso neppure immaginare le riunioni di condominio.
È inutile. Sono fermo a Leopardi, e al suo piccolo colle, dove si scorgeva l’infinito.