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Orfani per decreto (La Nuova Sardegna, 21 giugno 2023)

Orfani per decreto (La Nuova Sardegna, 21 giugno 2023)


Giulia ha sette anni e sorriso innocente, avvolgente, sicuro e felice. I suoi genitori si chiamano Lucia e Marcella e regalano amore, attenzione: mettono la loro figlia al centro del mondo. Quel mondo, per decreto, è stato oscurato in quanto sono stati cancellati, a Padova, 33 atti di nascita di coppie omogenitoriali dal 2017 ad oggi. A quei bambini sarà tolto il doppio cognome e, nel caso di Giulia, la mamma Marcella non potrà più andare a prenderla a scuola se non con una delega speciale da parte di mamma Lucia. La cosa strana, però, è un’altra: Giulia, concepita da una fecondazione eterologa all’estero, è stata fecondata con l’ovocita di Marcella impiantato nell’utero di Lucia che l’ha partorita, ma il Dna è quello di Marcella.
Un problema etico e ideologico che prevede, forse, un enorme dibattito.
La soluzione adottata dalla Procura di Padova dopo alcuni anni che i figli erano stati regolarmente riconosciuti dal comune rischia di innescare una reazione a catena che potrebbe coinvolgere altre città del paese. C’è un passaggio fondamentale su uno dei ricorsi della procuratrice Sanzari: “la giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome possa avere ripercussioni sulla vita sociale”. Una considerazione probabilmente non ben ponderata e poco attenta al mondo magico dei bambini i quali, da innocenti, non riescono mai a comprendere i “pasticci” dei grandi e Giulia sicuramente si chiederà perché, di colpo, deve perdere un cognome che è un po’ perdere la propria identità.
Il mondo politico si è subito diviso e schierato: la destra con applausi sinceri e convinti per la scelta giuridica, in linea con la circolare del ministro dell’interno Piantedosi, il quale ordinava una vera e propria stretta sull’iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. La sinistra, sempre in maniera piuttosto timida e scomposta, ha bollato il tutto come “atto di governo talebano” ma la realtà è che la legge non è molto chiara e, come sempre, lascia aperte porte e finestre ad una miriade di interpretazioni e speculazioni. Certo, se la sinistra avesse cominciato a discuterne in maniera seria e composta quando era al governo probabilmente la situazione sarebbe oggi ben diversa. Non si può chiedere a Giorgia Meloni e al suo governo di modificare orizzonte ideologico. Il loro modo di fare è coerente con quanto hanno sempre affermato e promesso. Le scelte però, per quanto giustificabili dalla fede politica, hanno comunque delle conseguenze e, in questo caso, i bambini saranno orfani di un genitore che, seppur vivente e legittimato ad esserlo non potrà più dire: “questa è mia figlia” e i bambini, proprio nell’età più complessa, dovranno subire l’umiliazione di dover cambiare cognome e soffriranno per quella modifica sociale non indifferente. Il tutto, nel grande calderone ideologico etico del trittico “Dio, Patria e Famiglia” con buona pace dell’ipocrisia di chi tutti i giorni dichiara di voler difendere la tradizione dove i genitori sono un padre e una madre. Senza volersi chieder che qualità produca quella famiglia tradizionale dove, per esempio, molte volte il padre è assente o, in alcuni casi usa violenza nei confronti di quella che è sua moglie.
I benpensanti difensori dell’indissolubilità del matrimonio e della famiglia tradizionale hanno alle spalle alcuni divorzi, amanti, figli nati fuori dal matrimonio e, a volte, si finisce per avere quattro donne in lacrime al proprio funerale.
Credo ci sia una poca predisposizione all’amore e all’ascolto degli altri, al rispetto per le scelte di tutti e alla necessità di accettare, così come fanno i bambini, coppie di genitori dove il problema non è il sesso ma la misura dell’attenzione nei loro confronti.
I bambini vanno amati e tra un padre disattento, anaffettivo, violento, sono preferibili due madri (o due padri) capaci di insegnare ai propri figli cosa sia la libertà, l’amore per le cose, il rispetto e la felicità.
La diversità unisce più di una falsa e stucchevole uguaglianza.