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poliziotto rap

poliziotto rap

Ma quanti dicono che entrare in polizia
Ti cambia un po’ la vita ti accende la speranza
Ti metti in tasca i soldi fai qualche acrobazia
Anche se sei spaghetti ed è un anomalia
L’america ti aspetta e non è una dissonanza

L’America ti cerca e attende tracotanza
Ma tu che sei italiano e in fondo sei una lenza
Hai sempre combattuto per un po’ di tolleranza
A loro non importa se cerchi l’uguaglianza
Sei sempre come un negro e sei fuori dalla stanza

In questo mondo strano ne incroci di colori
Ispanici, cubani, mignotte, alligatori,
suicidi per amore, ladri e posteggiatori
coltelli con i neri, puttane ed aizzatori
ti trovi tutto questo dentro il mio quartiere

si senton lunghi passi  su quel marciapede
ci son signore in lacrime perché è fuggito il giardiniere
con il marito ricco, ossigenato che voleva godere
ti dico che qui è un circo dove c’è il buffone e il mago
tu scherzi e poi mi guardi: frate siamo a Chicago

qui quando piove,  piove veramente tanto
qui quando ammazzano non ricercano un rimpianto
quando arriviamo noi il suono delle sirene
è l’unico ruggito che senti nella notte
ti trovi con le luci e freddo nel sedere

c’è solo il rimasuglio  di chi ha  già fatto a botte.
Rimane sull’asfalto quel rosso malaticcio
Un volto denudato del corpo di un meticcio
Sergente che facciamo, cerchiamo con la lente
Non ce ne fotte un cazzo perché qui non c’è movente

Se vedi sull’asfalto un corpo di un uomo morto
Il sergente che lo osserva dice che comunque ha torto
Un po’ come gli indiani a cui fregarono le terre
Il torto e la ragione deciso dalle guerre
Io che ho faccia antica  e vengo  da lontano

Osservo il mio  sergente che non è troppo americano
Siete un fritto misto  con  qualche portoghese
Spagnolo, messicano  e un rossissimo irlandese
Lo dico quando osservo in silenzio le tue mosse
Lo dico ma non parlo è solo un colpo di tosse

Mi sento caldo il volto, mi tocco con la mano
Sergente è tutto ok io sono un  italiano
E sento l’ambulanza che cammina nella notte
Mi manca un po’ il respiro come quando davo le botte
Ed ero un ragazzino nel quartiere di Chicago

Figlio di emigranti venuti in aeroplano
Che racconta della vita e di una strana anomalia
Quasi assurdo per chi finisce in polizia
La pallottola la devi mettere  sempre nel tuo  conto
Morire è la tua storia ma non ne sono certo

Ci sono molti modi per andare all’altro mondo
Me ne sono andato e quasi mi vergogno
Di non aver amato quella cubana ballerina
Dai fianchi stretti stretti e voce cristallina
Che mi ha inviato un bacio e ancora me lo sogno

Dalla collina immensa dove ormai guardo il mondo
Sono italiano e forte, non ho una malattia
Se ami una canzone non è una pandemia
Sento ormai il rumore e l’angoscia della gente
Chicago è un può più sola ed anche il mio sergente

Non riesce più a parlare e guarda verso il muro
Adesso non ci sono, adesso è tutto scuro.
Ma sento quella voce, vedo quella luce
È la cubana triste che bacia e mi seduce
Mi offre le sue mani e mi sono incuriosito

C’è un biglietto bianco: quello per l’infinito.

 

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