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Marta dagli occhi belli

Marta dagli occhi belli

La canzone, una sorta di dolcissima ballata, nasce per accomapagnare il reading del mio secondo libro “Supercarcere asinara, viaggio nell’isola dei dimenticati dove, insieme a lorenzo Spanu, comincio un viaggio dentro “l’Asinara”. Spanu mi aveva raccontato la storia di questa ragazzina che purtorppo, a seguito di una malattia fulminante, era deceduta in pochi istanti (erano i primi anni 60) e dalla diramazione di Case bianche, distante circa 5 Km dal paesello di Cala d’Oliva, Marta arrivò ormai esamine. Era molto amata da tutti, anche dai detenuti che vedevano, in quella bambina, una figlia che non potevano, almeno in quel momento, abbracciare. E’ nato cosi’ il racconto contenuto nel libro e, ripensando all’amore per la bambina, ho pensato di intitolarlo “La figlia di tutti” e, successivamente, è nata questa canzone. E’ stata, lo devo ammettere, una bellissima intuizione e probabilmente una canzone che amo molto, anche musicalmente. Ma questo grazie soprattutto a Gianfranco Strinna. Una curiosità aleggia dentro la storia di Marta, legata anche alla fortunata canzone. Molti infatti, in base al testo del racconto e della ballata, mi chiedono in quale cimitero riposa Marta. Molti chiedono questa curiosità alle guide del parco. Ebbene, la tomba della bambina si trova nel paesello di Cala d’Oliva, vicino al transito nuovo e sulla tomba non c’è scritto niente. Ma non vi poteva essere scritto Marta in quanto questo è il nome che le ho regalato io. La bambina ne aveva un altro. Questa, a lungo andare, è diventata una piccola leggenda dell’Asinara, un pò come l’asinello Bobò, che ho costruito ma che non ho pensato di raccontare musicalmente.

MARTA dagli occhi belli

(testo Giampaolo Cassitta, musica Gianfranco Strinna, arrangiamenti Humaniora)

Marta dagli occhi belli
Marta dai belli capelli
Marta che non senti
Marta che ti penti
Marta corri forte
Marta dalle trecce corte

Giocare al mattino cantare alla sera
dentro l’inverno e la primavera
avere gli occhi che corrono al sole
intorno a quel mare che non ha colore.

Antonio aveva una faccia amara
ormai vent’anni all’Asinara
una bambina non guarda ma canta
anche con chi ha una lunga condanna

Marta dagli occhi belli
Marta dai belli capelli
Marta che non senti
Marta che non ti penti
Marta dalle trecce corte
Marta annusa la morte

La figlia di tutti era un istante
nella piccola aia di case bianche
correva nel vento guardando il molo
tutti la videro cadere al suolo

Correre dentro con troppo livore
Marta sta male dov’è il dottore
Marta non parla e son tutti muti
prima gli agenti e poi i detenuti.

Marta dagli occhi belli
Marta dai belli capelli
Marta che non senti
Marta che non ti penti
Marta dalle trecce corte
Marta incontra la morte

Solo il silenzio adesso ritorna
in questo carcere nessuno sogna
da oggi il cielo è sempre più nero
Marta è una lapide nel cimitero

Passano gli anni dentro quei muri
passano ed escono i visi scuri
ma per un attimo è rimasto soltanto
il viso di Marta ed il nostro pianto

Marta dagli occhi belli
Marta dai belli capelli
Marta che non senti
Marta che ti penti
Marta corri forte
Marta dalle trecce corte
Marta solo il canto
Marta il silenzio soltanto