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Prendere un volo e la cafoneria di Formigoni (la nuova sardegna 31/05/2015)

Prendere un volo e la cafoneria di Formigoni (la nuova sardegna 31/05/2015)

Editoriale apparso sulla Nuova Sardegna il 31/05/2015

Le storie, a volte si intrecciano anche se, apparentemente partono da molto lontano.
Ottanta ragazzi sardi dovevano partecipare ad una manifestazione sportiva in quel “continente” che con la continuità territoriale dovrebbe essere molto vicino rispetto a non troppi anni fa, quando c’era l’assalto alla scaletta della “Tirrenia” con le navi colme di stanchezza e di impotenza. Le tratte aeree ci hanno avvicinato considerevolmente agli altri luoghi e ci hanno permesso, indubbiamente, di ridurre le distanze fisiche. I ragazzi si sarebbero dovuti recare a Desenzano sul Garda per partecipare ai campionati nazionali studenteschi di fine maggio. Ma loro, a quei campionati non ci saranno, perché i posti su varie tratte e con diverse compagnie non si sono trovati. Probabilmente il numero era troppo elevato e le date sono molto vicine, ormai, al primo esodo e al ponte di giugno. Tutto lecito e, sotto alcuni aspetti tutto positivo per la stagione turistica isolana, ma gli ottanta ragazzi non vedranno quel pezzo di “continente”, non si potranno confrontare con altri giovani e provare a partecipare ad una competizione sportiva che, da sempre, è la metafora della vita.
Un distinto brizzolato signore nell’aeroporto di Fiumicino ha protestato vivacemente con parole scurrili ed epiteti degni delle classiche persone maleducate ed abituate a rivolgersi ad altre persone in un modo decisamente “fuori dalle righe”. Il distinto brizzolato signore se la prendeva con l’universo mondo e con la compagnia di bandiera Alitalia perché, a causa di continui spostamenti del gate, (l’uscita per l’imbarco dell’aereo) aveva perso l’ultimo volo per Milano. La rabbia era, in qualche modo giustificata, ma il distinto signore – da uomo di mondo quale avrebbe dovuto esser – poteva benissimo, anziché ingiuriare, informarsi se da Termini partiva un treno ad alta velocità che l’avrebbe accompagnato alla sua destinazione in appena tre ore. Quel distinto signore si chiama Roberto Formigoni e di mestiere esercita, da moltissimo tempo, quello di politico. Intervistato sull’accaduto ha affermato che ha agito “da maschio” e gli italiani approvano la sua “sfuriata”. Chiederà i danni all’Alitalia per la notte che ha dormito in albergo e lui si limiterà a sborsare quei pochi “euro” per pagare il telefono che ha sbattuto per terra. Non so, veramente, che genere di italiani frequenti Formigoni ma io, sicuramente non sono tra quelli e non lo sono neppure gi ottanta studenti sardi cui è stato negata la possibilità di partecipare ai giochi studenteschi. L’Onorevole Formigoni viaggia, tra l’altro, senza pagare il biglietto e bene avrebbe fatto ad occuparsi dell’Alitalia in maniera diversa opponendosi, per esempio a quella farsa dell’allora governo Berlusconi che affermò di voler salvare la compagnia con soli capitali italiani e, in realtà, la condannava ad un’agonia dalla quale è stata salvata da una compagnia estera, oggi azionista di rilevanza. L’Onorevole si lamenta dei ritardi degli aerei dimenticando, ancora, di non conoscere la realtà di queste ultime settimane che ha visto lo scalo di Roma protagonista di un incendio che ha distrutto un terminal. Infine il nostro Onorevole ricorda che davanti a lui c’era un gruppo di 10 persone con donne e bambini: “Ho aspettato che imbarcassero tutti, poi ho chiesto di essere imbarcato, ma quel volo ormai era completo. A quel punto mi hanno mandato a un altro gate, ma nel frattempo si sono fatte le 21.57 e ho perso il volo. Ho subito un sopruso. Chiederò i danni: il rimborso del taxi (due viaggi) e le spese di una notte in albergo.” Ecco, Onorevole ci aiuti: provi a chiedere i danni anche per gli ottanta ragazzi sardi che non sono riusciti ad imbarcarsi, solo perché sardi e, mi raccomando, usi un linguaggio più vicino a Comunione e Liberazione e lasci perdere gli insulti. Di altro, in questo momento abbiamo bisogno.