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Le luci sul buio.

Le luci sul buio.

Il Pm di Reggio Emilia, Maria Rita Pantani, ha chiesto il rinvio a giudizio per dieci agenti di polizia penitenziaria che nello scorso luglio  nel penitenziario di Reggio  avrebbero incappucciato un uomo, un 41 enne di origine tunisina, con una federa; in seguito, dopo averlo gettato a terra, lo avrebbero preso a botte. Per questa storia ci sono le immagini, pare agghiaccianti che mostrano la violenza gratuita nei confronti di un solo uomo dove “i presunti buoni” avrebbero passeggiato sul corpo con gli scarponi d’ordinanza. Sono storie che fanno male e che colpiscono soprattutto chi ha vissuto e vive intorno al pianeta carcere. Sono storie estreme che non restituiscono, per fortuna, la realtà quotidiana fatta di mille sacrifici dalle  donne e uomini della polizia penitenziaria, dalle operatrici e operatori del trattamento, dal sistema  sanitario, dai pochissimi dirigenti degli istituti. Sono storie che nessuno vorrebbe fossero mai avvenute e neppure pensate. Eppure ci sono. Sono i piccoli soprusi quotidiani, quella che Michel Foucault chiamava “la microfisica del potere”. Il detenuto era probabilmente un pessimo elemento ed era stato punito per motivi disciplinari. Come tanti, tutti i giorni, in tutte le carceri.

Ecco, per non spegnere i fari su Ilaria Salis, sulla dignità di chi è recluso in un carcere dobbiamo mantenere alta l’attenzione su ciò che avviene nel nostro paese e non, come spesso accade liquidare il tutto con “sono solo mele marce”. Non è così, sono segnali che vanno subito analizzati, stigmatizzati e restituiti al mittente. Mi auguro che tutti i rappresentanti della polizia penitenziaria siano i primi a non riconoscersi in questi atti e chiedano sia fatta luce subito, con fermezza e con tutta la giustizia possibile. Ne ha bisogno il corpo della Polizia, ne hanno necessità i detenuti che si devono sentire garantiti da chi vigila sulle loro vite e sulla loro integrità e ne ha bisogno il paese. Un carcere dignitoso è come un giardino apparentemente arido dove gli operatori ogni giorno, con testardaggine, devono comunque continuare ad irrigare.

Giampaolo Cassitta