Menu
La lipo soluzione (La Nuova Sardegna, 7 aprile 2023)

La lipo soluzione (La Nuova Sardegna, 7 aprile 2023)

 

Una volta c’erano i rossetti, le ciprie e il fard. Il ritocchino, il voler vendere l’anima al diavolo per apparire fisicamente più attraenti fa parte della storia del mondo, ma i trucchi delle nostre nonne erano giochi sottili e ingenui, utili a riparare qualche lieve difetto fisico. Pensiamo, per esempio, al naso: quello di Cirano su tutti, ma anche Omero e Socrate possedevano nasi importanti e qualcuno, come Ippocrate, addirittura orribile. Eppure, se pensiamo al dittico di Montefeltro dipinto da Piero della Francesca, dobbiamo concludere che quel ritratto, grazie a quel naso, è divenuto un’icona. Il difetto fisico come segno di riconoscimento, come stile, come segno indelebile da consegnare alla storia. Oggi, però, tutto si riduce all’appiattimento, al voler apparire diversi da come siamo stati disegnati dal destino e dal buffo connubio di un incontro d’amore, dove i tratti pasticciati ed imprevedibili erano la nostra caratteristica sostanziale. Eravamo quelli e nient’altro. Non ci piacciamo più e abbiamo deciso di ricostruire il nostro viso, il nostro naso, le nostre labbra, i seni, le cosce, i glutei, con la liposcultura e la blefaroplastica. Tutto per cancellare le nostre caratteristiche, la chirurgia plastica per modellare i sorrisi e gli sguardi. Era un vezzo per pochi ma a quanto pare è divenuto qualcosa di urgente se è vero che molti giovani (ma non solo) si presentano davanti al chirurgo chiedendo un cambiamento fisico. La cosa stupefacente è che quasi tutti hanno, diversamente dal passato, le idee piuttosto chiare: il restyling per la bellezza eterna l’hanno vivisezionata su you tube. Hanno loro – i pazienti – la lipo-soluzione definitiva spiazzando i professionisti della chirurgia plastica. Questa rincorsa alla cancellazione degli errori creati da una natura considerata bizzarra è trasversale: racchiude uomini e donne e comprende, purtroppo, anche i minori. Sembrano molto lontani i tempi in cui le mamme accompagnavano la figlia ad un provino con la speranza diventasse una bellissima e bravissima attrice e nessuno sembra voler più chiedere un aiutino al produttore o al politico di turno; si sceglie l’attrice più famosa del momento, l’influencer più perfomante e si decide di clonarla: stesse labbra, identico seno, simili glutei e sorriso suadente da ammaliatrice. Gli uomini, invece, sono pronti a scolpirsi le curve perfette del David di Michelangelo. Tutto questo non tanto per tentare la carriera degli attori ma solo per poter “postare” con un selfie il risultato nei vari social dove tutti si affacciano sempre sorridenti, disponibili e impegnati. Questo universo liquido ha ormai superato qualsiasi fantasia: sul palco della vita e delle opportunità tutti pensano di essere attori e sono, invece, delle pessime controfigure di altri uomini e altre donne. Pensateci un attimo: il ritocchino al naso di Dante Alighieri o a quello di Ludovico Ariosto non avrebbe spostato neppure di un millimetro la possibilità che questi poeti potessero migliorare sul campo della letteratura. Se vi capita di leggere la Divina Commedia o l’Orlando furioso pensate ai loro brutti nasi? Eppure al Mater di Olbia – e quindi, anche dalle nostre parti, perché tutto il mondo è un piccolissimo paese – ci sono diverse richieste di ricostruzione e rifacimento di molte parti fisiche. Posso comprendere (ma non giustificare) la bizzarra esigenza di ragazze e ragazzi più o meno giovani che non avendo la possibilità di scrivere qualcosa vicino alla Divina Commedia possano tentare un “ritocchino” sperando in una “botta di fortuna”, ma i genitori che prendono appuntamento per i loro figli ecco, su quello sarei intransigente e suggerirei una bella segnalazione ai servizi sociali. La bellezza non si annida nei particolari e non ha disegni fisici; la bellezza è il colpo di pennello del destino: ognuno è un mosaico colorato e diverso e su questo dovremmo scommettere. Copiando gli altri diventiamo solo una semplice ed inutile “fake news”.