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la bandiera quattro mori: simbolo di Sardegna (la nuova sardegna 10/2/2015)

la bandiera quattro mori: simbolo di Sardegna (la nuova sardegna 10/2/2015)

Articolo apparso sul quotidiano “la Nuova Sardegna” 10/02/2015

I simboli. Le icone di un’esistenza. Storicamente hanno rappresentato l’ideale, il credo assoluto, la raffigurazione di un motivo per cui combattere, lottare, emergere e soccombere. Di simboli ne è piena la storia. Dalla croce di Cristo al pesce dei primi cristiani, dalle aquile ai fasci, le croci uncinate, le stelle degli ebrei. Un simbolo rappresenta un pezzo di storia. E’ un ricordo tra le tracce dell’esistenza. Come la bandiera dei quattro mori che rappresenta, in tutto il mondo, la Sardegna.
Ci sono momenti in cui i simboli, le icone, si possono discutere. Sono quei momenti legati ad un enorme cambiamento, ad una rivoluzione. Non esistono più piazze o statue che inneggiano a Hitler o Mussolini. Per chi perde non c’è mai spazio nell’eternità storica. Però, in questi giorni si ragiona sulla bandiera sarda, quella sui quattro mori, quella che ha rappresentato e rappresenta un popolo. Qualcuno ha cominciato a chiedersi se quelle teste mozzate fossero davvero l’espressione di un popolo, se davvero tutti i sardi capivano la violenza storica che quelle teste rappresentavano. Alle scuole elementari la mia maestra mi spiegò che lo scudo della mia città, Alghero, era un campo giallo con delle strisce rosse: quelle strisce rappresentavano, plasticamente, le dita grondanti di sangue di chi voleva difendere la città. Siamo cresciuti all’interno di questa iconografia e la storia ci ha insegnato, da sempre, che i simboli sono importanti. Come le bandiere. I colori e i segni delle bandiere hanno una loro collocazione storica e leggendaria che noi non possiamo discutere. Noi amiamo, siamo portati ad amare, il tricolore; rispettiamo i padri di una patria come Mazzini, Cavour, i fratelli Bandiera. Abbiamo letto, con enfasi, le loro storie e a scuola, ancora oggi, spiegano che loro sono la ragione del nostro essere. Quelle icone non si discutono. Come le bandiere. Gli americani, per esempio, mai ammetterebbero una discussione sulla loro bandiera a stelle a strisce: rappresenta la loro storia, il loro mito, la leggenda. Rappresenta la stessa esistenza: il passato ed il futuro. Non importa che la genealogia può essere sbagliata: i miti non si possono discutere. Tranne che in Sardegna. Terra curiosa la nostra dove tutto è centrifugabile, dove tutto può essere messo in discussione. Da noi le credenze millenarie non servono. La bandiera con i quattro mori, riconosciuta nell’universo mondo, non va bene. Può essere modificata. Perché non possiamo innamorarci della memoria e dovremmo cominciare a ragionare con altri paradigmi legati a “sa modernidade”? Sinceramente non capisco tutto questo discettare su una bandiera che è un simbolo riconosciuto da tutti i sardi. Riguarda l’identità. Si ritiene che questa non rappresenti la purezza di un popolo? Dovremmo discutere (ancora?) di cosa rappresenti quella bandiera? Ma davvero – e lo chiedo in maniera intellettualmente sincera – il problema di un popolo è rappresentato da un simbolo? Davvero dobbiamo continuare a chiacchierare su qualcosa che è tranquillamente superabile con un semplice “non è questo il problema?” Posso non amare la storia dei quattro mori, posso comprendere le ragioni storiche di chi vuole modificare gli eventi, ma ritengo che oggi altri siano i problemi di questa terra. Non è che cambiando la bandiera si possano, per esempio, risolvere i problemi strutturali di un’isola in ginocchio. Resto dell’avviso che la bandiera non debba essere in alcun modo modificata perché non credo sia questo il problema. Se usassimo la stessa determinazione e la stessa veemenza per ridisegnare le regole di ingaggio sulle servitù militari, sulle trivellazioni inutili, se cominciassimo a chiedere un giusto prezzo per il latte sardo e se provassimo a ripensare diverse scelte scellerate sul turismo e sul futuro, probabilmente riusciremmo a comprendere che il vessillo dei quattro mori non è un problema. Anzi, può diventare una opportunità.