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Il terremoto e Radio Maria -  La Nuova Sardegna, 22.11. 2016)

Il terremoto e Radio Maria – La Nuova Sardegna, 22.11. 2016)

Noi non conosciamo il disegno di Dio. Almeno così, da sempre, ci hanno insegnato.
Scoprire che il Dio della misericordia e del perdono ci ha terribilmente abbandonato per far posto al Dio cattivo e iracondo, che muove la terra e regala immagini a dir poco apocalittiche, è come ritornare nell’oscurantismo medievale, ai tempi della caccia alle streghe.
Non conosco Padre Giovanni Cavalcoli, il teologo domenicano che nell’emittente radiofonica “radio Maria” ha dichiarato che il terremoto pare sia arrivato per colpa delle unioni civili: “un castigo divino” di un Dio troppo attento alle miserie umane, tanto da mostrarsi subito vendicativo. Chiaro che un’affermazione del genere stenta ad essere creduta anche da chi è molto devoto ed attento ascoltatore della radio più amata dalla frangia ultra cattolica italiana, però fa terribilmente riflettere.
Padre Cavalcoli non è un Don Abbondio qualsiasi: parla in un’emittente privata e sa che le sue parole vengono ascoltate da milioni di persone e comunque soppesate attentamente. Ci troviamo davanti ad un fenomeno massmediologico da tenere in seria considerazione.
Le parole hanno un peso e possono far breccia nelle teste di chi è convinto che tutte le disgrazie siano dovute al comportamento “contro qualcuno o qualcosa”. Così, se cade un aereo in Irlanda la colpa è dei cattolici che non hanno pregato abbastanza contro i protestanti.
La guerra in Iraq voluta da Bush in realtà è stata ordinata da Dio in un momento di rabbia inconsulta contro chi lo ricorda non come santa romana chiesa prevede. Perché di questo si tratta: quando non si ha il coraggio di analizzare i fatti con gli occhi storici ci si butta sulla credenza popolare o sulle punizioni divine che, davvero, nulla hanno a che fare con quanto accade dalle nostre parti.
Il buon Cavalcoli deve sapere, per esempio, che molte unioni civili sono state già celebrate nei comuni della Sardegna e il buon Dio, in questo caso nulla ha fatto per il semplice motivo che la Sardegna non è terra per terremoti. Perché, poi, punire il centro dell’Italia? Dio ha forse notato che da quelle parti le non benedette unioni civili superavano di gran lunga quelle di altre parti? E che c’entrano le chiese? Perché il buon Dio (in questo caso non buonissimo) si sarebbe dovuto vendicare distruggendo la chiesa di San Benedetto da Norcia? E’ da catalogare come “fuoco amico?” o, come si diceva in Iraq, un “danno collaterale?” Non sarebbe da Dio sbagliare. Insomma, l’affermazione oltre ad essere stata infelice non è stata gradita dal Pontefice che con monsignor Angelo Becciu, sostituto della segreteria di stato Vaticana, ha voluto subito precisare che quelle di Cavalcoli sono “affermazioni offensive per i credenti e scandalose per chi non crede”.
Monsignor Becciu ha ristabilito la normalità e ha aggiunto che quelle di Calvacoli sono parole “datate al periodo precristiano e non rispondono alla teologia della chiesa”. Ha chiesto perdono ai terremotati e ha aggiunto che questa è una visione pagana e non cristiana. Sull’ultimo punto dissentirei: questa è più che altro una visione folle, che non verrebbe in mente a nessuno, pagani compresi.
Il terremoto è un terribile momento che molte persone stanno vivendo. E’ un fenomeno naturale e quello di questi giorni non è il primo e, purtroppo, non sarà l’ultimo. In Italia sono oltre 500 i terremoti distruttivi di cui si ha memoria. Non possiamo continuare a dare le colpe a Dio o al destino. Con il terremoto questo paese ci deve convivere. Dobbiamo essere pronti a fronteggiarlo, mettendo in sicurezza le case e anche le bellissime chiese molte delle quali sono andate distrutte.
Non è Dio che suggerisce di costruire con materie scadenti le case di chi, poi, senza aver commesso nessun peccato, le abita e rischia la morte. Cavalcoli se ne faccia una ragione: le sue parole hanno ferito l’anima più del terremoto.