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Il dito e la luna

Il dito e la luna

Questo è un paese dove il dito è più importante della luna e dove vengono emesse sentenze non solo senza ascoltare eventuali testimoni ma senza neppure verificare i fatti. Abbiamo fatto delle bellissime chiacchiere da bar di una volta la nostra “cassazione” e quando qualcuno prova a smontare le eventuali sgranature ad una storia sbagliata la canea è sempre pronta ad urlare e ribattere e utilizzare tesi complottiste e inverosimili.
Prendete il caso di Ilaria Salis deflagrato in questi giorni grazie all’impegno di un padre, di una trasmissione (piazza pulita) e di alcuni quotidiani (La Repubblica e il Corriere della sera per primi). Anziché verificare i fatti tutti, o quasi, tutti, politici soprattutto,  si sono gettati sui commenti.
Nessuno, per esempio, si è chiesto perché c’è stato  un silenzio lungo un anno da parte dell’ambasciata italiana in Ungheria e quando qualcuno ha analizzato la cosa si è scoperto che il caso era stato considerato come “tecnico” e non politico e affidato quindi ad un poco solerte funzionario e non all’ambasciatore. Ma quando il video di Ilaria Salis in catene ha fatto il giro del globo terraqueo tutti si sono scandalizzati e via altre opinioni. Eppure l’Ungheria è sotto accusa da anni per i suoi comportamenti non proprio cristallini sui diritti umani. Eppure dovremmo chiedere conto all’Ungheria di questo comportamento che viola apertamente l’articolo 3 del trattato europeo e una presidente del Consiglio non se ne può uscire candidamente affermando che, pur non essendo lei d’accordo su questo trattamento,  – e ci mancherebbe – purtroppo molti stati sovrani lo attuano e lei, povera, nulla può farci. Ovviamente non è così. Seppure sia vergognoso che anche negli Stati Uniti d’America i ceppi e gli schiavettoni siano utilizzati in maniera spudorata noi viviamo in Europa con delle regole che devono essere rispettate da tutti, Ungheria compresa. Per non parlare del capo d’imputazione, quelle lesioni personali che in tutta Europa non prevedono carcerazioni preventive di anni, condanne ventennali e trattamenti inumani in carcere. Ma noi continuiamo ad ascoltare gente che accusa Ilaria Salis di aver distrutto un gazebo e quando qualcuno, quasi timidamente, prova a controbattere e dire che da quel reato è stata assolta la risposta di un insigne esponente leghista è: “bisogna vedere perché  è stata assolta”.
La grammatica giuridica non è il loro mestiere ma questi, purtroppo, ci governano. Questo siamo diventati,  anche se io continuo a guardare la luna.