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Il Commendator Morittu (La Nuova Sardegna, 30/12/2020)

Il Commendator Morittu (La Nuova Sardegna, 30/12/2020)

Padre Salvatore Morittu  sa raccogliere le opportunità nell’orto della vita. Sa riconoscere gli umori, i sorrisi stanchi di chi si avvicina alla polvere e alla tristezza, riesce a trovare le risposte dove non ci sono domande, soluzioni impossibili che diventano colori intensi nell’acquerello della sua tela infinita. Le parole hanno sempre un peso specifico, come i gesti. Unire tutto con armonia non è questione di esperienza o di mestiere: unire tutto è solo per pochi, è solo di chi sa riconoscere gli ultimi della vita perché è saputo essere ultimo, è riuscito ad ascoltare il rumore intenso di chi ha disegnato le strade per tutti. E lui, da fratello di San Francesco ha scelto gli incroci, dove è possibile incontrare più gente possibile e dove è più facile trovare tutte le opportunità. Anche la sofferenza, anche la disperazione. Soprattutto la sofferenza e la disperazione di una siringa sporca, di una madre che non ha più lacrime, di una malattia silenziosa e maledetta che colpisce solo chi non ha voce per cantare, non ha mani per disegnare, non ha occhi per osservare e solo cuore da donare.
Padre Salvatore Morittu ha sempre rimarcato che l’Aids non è stato sconfitto, che non dobbiamo abbassare la guardia, che può ancora mietere molti morti. Lo ha detto, ribadito, quasi urlato nel silenzio degli uomini troppo occupati a rincorrere luci sbagliate, sempre impegnati ad osservare l’ombelico di una falsa opulenza, a sorridere chiusi negli egoismi di sempre, incapaci di sedersi davanti al mare ed attendere la nascita di un giorno vero, che comprendesse tutti, senza distinzioni di razza e di ceti. Tutti. Ecco la bellezza degli incroci che diventano terra di incontro.
Padre Morittu sa costruire opportunità anche da quelli che hanno detto basta, son caduti e non sono risorti, anche da quelli che non riescono ad osare, non possono più sentire il rumore della propria anima. Quell’opportunità che è speranza ma che passa, quasi sempre, attraverso il dolore. Quel dolore che lo ha colpito nell’incrocio della vita quando tutto pareva superato, tutto pareva concluso. In questi mesi la sua comunità ha dovuto far fronte ad un isolamento sconosciuto, terribile e infimo. Il corona virus ha lambito le strade di Mondo X e i ragazzi hanno vissuto praticamente isolati. Per mesi. Senza riuscire a vedere i volontari, i propri cari, senza riuscire a vendere i prodotti della terra. In questo deserto di voci Padre Salvatore Morittu ha raccolto i silenzi della pandemia e li ha trasformati in opportunità: è il tempo della riflessione, il tempo di riproporre il nostro disegno. Ha chiesto, con poche parole, un aiuto per i suoi ragazzi, ha voluto, proprio nel giorno internazionale della lotta all’AIDS vendere i prodotti della terra, frutto del lavoro quotidiano di chi dalla polvere è ritornato carne. Proprio quel giorno, mentre aveva annunciato di non poter essere presente in quanto era risultato, insieme a quasi tutta la comunità, positivo al Corona Virus, ha cominciato a stare male. E’ stato ricoverato in ospedale e le giornate sono state difficili, complesse.
Padre Morittu ha utilizzato il casco per l’ossigeno, il dolore intenso della solitudine e ha trasformato tutto in opportunità. Lui c’era stato, un giorno, nel deserto a rincorrere le voci, sapeva che anche i sussurri hanno un peso.
E ha pregato. Come tutti.
Ha pregato non per la salvezza ma solo per capire quale potesse essere il disegno di chi aveva deciso di mandarlo in campo e giocarsi la partita. Lui, uomo mite, fragile, mingherlino, bravo giocatore, ottima visione del gioco, ha saputo comprendere che non basta vincerle le partite, bisogna giocarsele sempre, sino alla fine. E quando pareva che quella partita fosse finita, il sussurro del deserto ha suggerito quello che tutti auspicavano: i supplementari.
Oggi Padre Salvatore Morittu ha lasciato l’ospedale dopo aver giocato una competizione quasi impossibile: un po’ come Italia-Germania 4 a 3. La cosa più bella è che di questo uomo che sa dipingere le opportunità si è accorto anche il Presidente della Repubblica Mattarella, nominandolo Commendatore della Repubblica.
E chi lo ha incontrato negli incroci della vita non può che essere felice.
Come me.