
Ti racconto una sedia.
Una volta c’erano le pietre tra i silenzi atavici della terra a far riposare le stanche membra, ma erano pesanti e difficili da trasportare. Poi gli uomini che gestiscono i sogni cominciarono a modellare oggetti cercando risposte tra i monti, le valle e i la fantasia. E scoprirono i colori, le curve, scoprirono il rosso del fuoco e il giallo del sole e il verde dei prati e la bellezza dello stare insieme, in cerchio, sopra le pietre e i tronchi. Poi qualcuno guardò le persone accovacciate e decise che si poteva trovare una soluzione per essere sospesi tra la terra e il cielo, un qualcosa che avvicinasse alle stelle, ma non troppo, qualcosa che stesse ben ancorata sulle zolle materne a guardare agli occhi della gente.
La sedia è quello strumento utilizzato in tutto il mondo per osservare gli altri, per stare vicino o per allontanarsi. La sedia è famiglia, allegria, festa di gruppo ma è anche il racconto di un uomo che ha bisogno di riposarsi e specchiarsi dentro l’anima. E’ il trono degli Dei, dei Re e degli imperatori, ma è anche lo sgabello del buffone di corte e il trampolino che serviva alla Donna Cannone per raggiungere l’infinito. La sedia è lavoro, serietà e sobrietà ma è anche gioia quando ci si siede tutti in cerchio a cantare, ridere e abbracciarsi. La sedia è racconto: tutti gli uomini si son seduti su una sedia e hanno plasmato la storia: un trattato di guerra, un accordo per un matrimonio, una sentenza di un tribunale o, in maniera più terribile, la sedia ci ha raccontato storie di morte, come la sedia elettrica o quella di un manicomio, di un ospedale e di un ospizio dove, a volte, si dimenticano le anime su quel pezzo di legno.
Ci si siede perché il racconto di una vita ha bisogno delle sue pause ed è bello sentire l’esigenza di narrare le storie che sono dentro le sedie. La sedia è nata con l’uomo. Con lei si sono scritte poesie, romanzi, encicliche, si son alzati i calici per una vittoria, la si è usata per piangere a seguito di una sconfitta.
La sedia fa parte della nostra vita ed è, forse, la vita stessa.
La sedia racconta le orme e i pensieri e noi, come una favola, la stiamo ad ascoltare.
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