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RECENSIONE  il piano zero UNIONE SARDA   31-12-2011

RECENSIONE il piano zero UNIONE SARDA 31-12-2011

 

Il terrorismo riletto trent’anni dopo. La cronaca e i volti, levittime, chi ha tramato e tradito, chi ha combattuto e perso. Nel romanzo “Il piano zero”(Arkadia Editore), GiampaoloCassitta racconta una lunga e tragica stagione di misteri seguendo il filo rosso di una passione giovanile mai dimenticata. Nell’affresco dello scrittore oristanese ruoli e personaggi di fantasia, sullo sfondo di stragi e attentati veri, diventano le colonne di una narrazione asciutta e diretta, dedicata «a tutte le vittime e ai loro parenti e a chi ancora crede in questo Stato».
Il romanzo-dedica («per non dimenticare», avverte Cassitta) è un viaggio a ritroso sulla strage di Bologna, avvenuta la mattina del 2 agosto 1980. Claudio, magistrato di sorveglianza, viene quasi sospinto dal vecchio amico poliziotto Gianvittorio a rivedere Violetta, antica fiamma del protagonista passata alla clandestinità negli anni di piombo. È lei, riaffiorata da un passato plumbeo ormai lontano, che vuole incontrare Claudio. È lei, soprattutto, che ha deciso di svelare alcuni dei più impenetrabili misteri della storia recente d’Italia.
Cosa c’entrino la terrorista Violetta e lo sbirro Gianvittorio con la strage di Bologna è per Claudio di difficile interpretazione. Anche perché nel racconto rivendicano peso e spazio (ottenendolo) i veri protagonisti della lotta armata italiana: le Brigate Rosse, i Nar, i Nap, i servizi segreti deviati ma anche i depistaggi. Affiorano anche i “gladiatori” – i soldati di Gladio – e altre entità che ordiscono nell’ombra di un’Italia che in quegli anni fatica a essere normale.
Il cuore dello Stato, obiettivo non soltanto delle Br ma anche dei terroristi neri, nella storia vera e nel romanzo è un qualcosa di presente ma anche di evanescente. Il potere di chi non appare mai, per esempio, ma che organizza e vigila su ogni trama ed è più pericoloso di chi spara e mette le bombe. A rivelarlo a Claudio è un personaggio centrale del romanzo, un nome che – come tanti negli anni di piombo – cambiava spesso identità e copertura. Ma perché Claudio decide di imbarcarsi ad Alghero sul primo volo per Roma? Per rivedere Violetta o scoprire chi ha azionato il timer della bomba sistemata nella stazione di Bologna? Davvero la ragazza è addentro ai misteri del terrore da poter dare un impulso decisivo per la scoperta della verità? Claudio sa di incamminarsi su un sentiero accidentato che può riservargli soltanto guai professionali. Ma la curiosità – il desiderio di scoprire qualcosa di inquietante, per lui che è stato un pubblico ministero – è più forte della ragione.
Il finale riserva non poche sorprese, tuttavia è il viaggio-inchiesta del protagonista su fatti e uomini degli anni tragici degli attentati che cattura l’attenzione e appassiona il lettore. Trame e coincidenze, gladiatori e agenti da immolare concorrono a rendere il romanzo avvincente. Come nelle spy story, i dettagli sono importanti e le figure all’apparenza marginali riservano colpi di scena inattesi. Se lo scopo di Cassitta era ripercorrere fatti e misfatti dell’epoca del terrorismo perché quegli anni non vengano dimenticati, “Il piano zero” ha colto nel segno.

Pietro Picciau