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Madre

Madre

Avevo tre figli. Sono tutti morti. Il primo aveva sette anni, si chiamava Amir ed era il mio principe. L’altro aveva quattro anni, l’avevamo chiamato Tariq ed era la nostra stella del mattino. L’ultimo aveva solo due anni e avevamo scelto come nome Samir, in quanto sarebbe dovuto diventare il nostro compagno di conversazione quando saremmo approdati in Italia.

Sono tutti morti. Tutti. Sono partita dalla Nigeria con mio marito. Arrivati in Libia, siamo riusciti a salire su un barchino di quelli che solo Allah può salvare, se lo decide. Ma il mare era un gigante, il motore si è rotto e lentamente ha inghiottito prima Tariq, poi Amir e infine Samir, che è riuscito a morire in Italia, a Lampedusa, ed è morto fra le braccia del medico. Mi chiamo Zainab, che significa fiore di bellezza, e non so più di che colore è il cielo e il mare e non ho più il ricordo del profumo legato alla speranza. Sono fuggita dalla disperazione, dalla miseria, dall’impossibilità di far sopravvivere una famiglia e sono arrivata a lambire le coste di un paese bellissimo che vive in maniera sospesa. Il mare ha raccolto il sangue dei miei figli, il mare ha portato la morte e il vento ha scolpito la mia disperazione, il mio nulla.

Sono Zainab e avevo tre figli. Tutti morti. Lo so, ritornerò invisibile tra qualche giorno, minuscola formica inutile e leggera. Guardate il vostro mare e contate le onde macchiate di sangue. Tre spruzzi appartengono a me, ai miei figli. Ogni onda ha un nome e ogni onda è una storia. Provate a ripassare il battito della vita e raccogliete i ricordi sbiaditi di gente morta nel vostro mare, cimitero di illusioni, ipocrisia e piccola viltà.

Mi chiamo Zainab e avevo tre figli. Tutti morti.

16:12 , 28 Gennaio 2025 Commenti disabilitati su Madre